Pochi dolci, poco alcol, ma anche poca prevenzione. È il ritratto dei giovani italiani tracciato dall’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, realizzata in collaborazione con Nomisma, che ha coinvolto un campione di mille under 40 nel tentativo di capire quanto e come si prendano cura della propria salute.

Prevenzione e movimento, due fronti ancora deboli
Il quadro che emerge è fatto di buone intenzioni e qualche abitudine da rivedere. La prima riguarda la prevenzione: più della metà degli intervistati (55%) dichiara di fare controlli solo in presenza di sintomi, mentre appena il 41% si sottopone regolarmente a visite di controllo. Un dato che stride con la consapevolezza diffusa - il 90% del campione afferma di credere nell’importanza della prevenzione - e che rivela come tra la teoria e la pratica resti un certo divario. E così capita che il 38% dei giovani non abbia mai fatto una visita dermatologica, il 34% non si sia mai sottoposto a un elettrocardiogramma, e quasi una donna su tre (29%) non vada dal ginecologo da almeno tre anni.
Non va molto meglio sul fronte dell’attività fisica. Solo un terzo (33%) pratica sport con costanza, mentre un 21% si muove in modo saltuario e il resto oscilla tra chi cerca di restare attivo “quando può” (27%) e chi si definisce del tutto sedentario (19%). Tra coloro che fanno sport, però, emerge un impegno concreto: il 79% si allena almeno due volte a settimana e oltre la metà dedica allo sport almeno quattro ore settimanali. Segno che, quando si sceglie di farlo, lo si fa con serietà.
A tavola vincono equilibrio e consapevolezza
Molto più incoraggianti, invece, le risposte legate all’alimentazione. A tavola, i giovani italiani si dimostrano tutto sommato fedeli alla tradizione, con il 55% che dichiara di seguire un regime alimentare in linea con quello mediterraneo. L’81% consuma pasta o pane quattro o cinque volte a settimana, e quasi tre su quattro (74%) mangiano frutta e verdura almeno una volta al giorno. Le mode del momento, dal digiuno intermittente alla dieta chetogenica, rimangono minoritarie, sperimentate da appena il 9% del campione. Più diffusa, invece, è la scelta di ridurre la carne, che un giovane su cinque (21%) cerca di limitare.

Nonostante la buona volontà, la regolarità dei pasti non è sempre garantita. Due giovani su cinque (39%) ammettono di saltarne uno almeno una volta a settimana, anche se la maggior parte tende comunque a fare colazione, pranzo e cena. E se solo il 23% dichiara di seguire una dieta esplicitamente povera di grassi, molti sembrano comunque attenti a non esagerare: il 39% consuma dolci al massimo una volta a settimana, mentre il 46% evita le bevande gassate e il 44% quelle zuccherate. Lo stesso atteggiamento di moderazione si ritrova anche nel rapporto con l’alcol. Circa la metà degli intervistati dichiara di bere meno di una volta a settimana, mentre più di uno su quattro (28%) non consuma né vino né birra. Ancora più alta la quota di chi rinuncia ai superalcolici: un terzo del campione (34%) non ne beve mai.
Una generazione attenta, ma ancora
in cerca di equilibrio
In definitiva, l’indagine racconta una generazione che, pur tra contraddizioni e qualche pigrizia, mostra una sensibilità crescente verso il proprio benessere. Se la prevenzione resta un punto debole e lo sport non è ancora un’abitudine consolidata, l’alimentazione si conferma invece il terreno su cui gli under 40 italiani sanno esprimere scelte consapevoli. Meno dolci, meno alcol, più frutta e verdura: un equilibrio che, anche senza schemi rigidi o diete alla moda, disegna un’idea di salute più quotidiana e concreta, fatta di gesti semplici e di un rapporto più equilibrato con ciò che si porta in tavola.

Nessun commento:
Posta un commento