sabato 15 novembre 2025

L’Italia del fuori casa vale 96 miliardi

 

L’Italia del fuori casa 

vale 96 miliardi: 

un’economia 

che genera relazioni

Negli ultimi 50 anni il comparto della ristorazione fuori casa in Italia è più che raddoppiato, passando da circa 154mila a oltre 323mila imprese, come emerso durante l'assemblea Fipe che ne celebra l’80° anniversario

Negli ultimi cinquant’anni il fuori casa italiano ha conosciuto una crescita costante, trasformandosi da rete di piccole imprese familiari in un comparto da oltre 323mila aziende e 96 miliardi di euro di consumi. Un’evoluzione che racconta la forza economica e la funzione sociale di bar e ristoranti come luoghi di comunità. L’Assemblea pubblica di Fipe-Confcommercio 2025, nell’anno dell’ottantesimo anniversario della Federazione, ha messo al centro il valore dell’impresa come bene comune, sottolineando come la ristorazione resti un pilastro della vita economica, culturale e relazionale del Paese.

L’Italia del fuori casa vale 96 miliardi: un’economia che genera relazioni

A Roma si è tenuta l'Assemblea pubblica di Fipe-Confcommercio 2025

L’Assemblea Fipe-Confcommercio e l’ottantesimo anniversario

Il comparto della ristorazione “fuori casa” in Italia ha vissuto una trasformazione significativa: se nel 1970 le imprese attive erano poco meno di 154milaoggi si superano le 323mila aziende. La crescita racconta non solo la forza economica del settore, ma anche la sua centralità nella vita quotidiana degli italiani.

L’Assemblea 2025 dell’ente, dal titolo «Impresa, bene comune», si è svolta a Roma e ha visto l’intervento di personalità come Carlo Sangalli (Presidente di Confcommercio), la relazione del Presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani, e la lectio magistralis del prof. Giuliano Amato, Presidente Emerito della Corte Costituzionale. Al centro del dibattito è stata la riflessione sul ruolo dell’impresa nella società: economica, ma anche sociale, capace di costruire coesione, dignità e benessere.

Il ruolo della ristorazione come motore economico

e sociale

La Federazione ha ribadito come la ristorazione costituisca un motore per l’occupazione, per l’identità locale e per la generazione di valore condiviso. Nel 1970 i consumi fuori casa valevano 20,9 miliardi di lire. Nel 2000 il valore raggiunse 51,4 miliardi di euro, con una crescita reale del 146%. Nel nuovo millennio, tra il 2000 e il 2024, l’incremento reale è stato più contenuto (+5,5 %), ma in valore corrente i consumi superano oggi i 96 miliardi di euro, confermando un mercato ormai di massa.

Oltre il dato economico: un presidio di socialità

Bar, ristoranti e locali non sono più soltanto imprese, ma poli di socialità e relazione. Negli anni Settanta il settore era dominato da piccole realtà familiari e da una presenza territoriale diffusa; oggi vi convivono nuove forme imprenditoriali che hanno diversificato format, modelli e servizi. Come ha dichiarato Stoppani «un pubblico esercizio non è solo un’impresa: è un presidio di comunità, un luogo dove si incontrano le persone, si condividono storie, si generano relazioni e opportunità».

Nonostante i numeri straordinari, il comparto affronta oggi sfide importanti: dalla concorrenza alla regolamentazione, dalla digitalizzazione all’evoluzione delle aspettative dei consumatori. In questo contesto, l’Assemblea ha posto l’accento sul fatto che il valore dei pubblici esercizi non si misura solamente in fatturato o occupazione, ma nella loro funzione sociale: tenere vive le città, costruire inclusione, trasmettere cultura e identità. Fipe si propone come «casa di questa fiducia e di questa responsabilità».

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