Il Consiglio di Stato ha recentemente ribaltato le decisioni del Tar del Lazio emesse nella primavera 2025, ripristinando l’obbligo per i gestori di B&B, affitti brevi e tutte le strutture ricettive di effettuare il riconoscimento dei clienti de visu. La sentenza conferma che, oltre a ricevere il documento d’identità dell’ospite e a trasmetterlo all’autorità di pubblica sicurezza, i gestori devono verificare personalmente la corrispondenza tra il titolare del documento e l’ospite effettivo della struttura.

La vicenda nasce da una circolare del 18 novembre 2024 del capo della Polizia, in qualità di direttore generale della pubblica sicurezza del Viminale. Il documento era stato inviato a prefetti e questori per ribadire l’obbligo previsto dall’articolo 109 del Tulps, relativo alla verifica dell’identità degli ospiti delle strutture ricettive.
La misura si era resa necessaria «alla luce della crescente diffusione delle locazioni brevi sul territorio nazionale, dei numerosi eventi politici, culturali e religiosi, e della delicatezza del momento storico a livello internazionale». La circolare sottolineava l’importanza del riconoscimento de visu per «prevenire rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica in relazione all’eventuale alloggiamento di persone pericolose e/o legate ad organizzazioni criminali o terroristiche».
Nel maggio 2025, il Tar del Lazio aveva annullato la circolare su ricorso delle federazioni e associazioni di categoria. Il tribunale amministrativo aveva sostenuto che il check-in da remoto fosse sufficiente ai fini della comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza, sollevando dubbi sulla necessità di una verifica visiva diretta da parte dei gestori.
Con la decisione più recente, il Consiglio di Stato ha stabilito che il riconoscimento personale rimane obbligatorio, confermando l’interpretazione del Viminale. La verifica de visu, secondo i giudici, è uno strumento essenziale per la prevenzione dei rischi legati a criminalità organizzata e terrorismo e non può essere sostituita da procedure da remoto o digitali.
Per B&B, affitti brevi e strutture ricettive di ogni tipo, la decisione comporta l’adozione di procedure più rigorose durante il check-in. I gestori dovranno:
Controllare personalmente l’identità dell’ospite, verificando il documento con la persona presente;
Trasmettere i dati raccolti alla questura territorialmente competente secondo le modalità del decreto del Viminale del 2012;
Garantire che ogni operazione sia documentata e conforme alle norme di pubblica sicurezza.
Le associazioni di categoria hanno espresso preoccupazioni per l’impatto operativo e organizzativo, soprattutto per chi gestisce più unità o locazioni brevi con frequente turnover di ospiti. Tuttavia, la norma rappresenta un allineamento tra turismo e sicurezza pubblica, evidenziando la necessità di procedure standardizzate anche nel settore privato.

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