Sostenibilità e biodiversità
nella viticoltura di montagna
l’impatto delle pratiche agricole virtuose sull’ambiente, lo scorso ottobre
vedono impegnate sul fronte della sostenibilità e della biodiversità. In un
incontro tenutosi presso the Waterstone by Intesa Sanpaolo, in cui sono
intervenuti anche Attilio Scienza, (nella foto) Ordinario di Viticoltura dell’Università di
Milano, e Silvio Barbero, fra i fondatori di Slow Food, la famiglia Lunelli ha
esposto l’intenso lavoro portato avanti al fine di coniugare un continuo
innalzamento della qualità dell’uva con la tutela dell’ambiente e della
salute dei lavoratori.
Tutti i vigneti di proprietà, sia delle Cantine Ferrari che delle Tenute
già certificati e in parte in conversione, e le 500 famiglie conferenti di
uva si attengono alle indicazioni del “Vigneto Ferrari”. È, questo, un rigido
protocollo certificato Csqa volto a creare e a diffondere una nuova cultura
del lavoro in vigna, basato su elementi naturali e metodi sostenibili, che
reintroduce alcune pratiche agronomiche tradizionali come il sovescio ed
elimina invece completamente diserbanti, pesticidi e concimi chimici.
Un impegno totalizzante, portato avanti con il supporto scientifico della
Fondazione Edmund Mach, che, oltre a garantire una migliore qualità
dell’uva prodotta, ha importanti ricadute su tutto il territorio circostante,
il quale beneficia di una più ricca biodiversità. Sia le Cantine Ferrari che
le Tenute Lunelli hanno infatti ottenuto recentemente la certificazione
“Biodiversity Friend” dalla World Biodiversity Association.
«Riscoprire il valore della biodiversità - ha commentato
Marcello Lunelli responsabile dell’attività agricola, oltre che
enologica, del Gruppo Lunelli - è un altro passo che la nostra azienda sta
facendo nella direzione di una sempre maggiore naturalità dei vigneti e
di un impatto minimo sull’ambiente. L’agricoltore si deve trasformare da
fornitore di prodotto a custode del territorio».
ITALIAATAVOLA
ITALIAATAVOLA
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