"San Leonardo"
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Nicolò Panizza e Andrea Nardin, titolari della cantina Salurnis (Salorno). |
Nove etichette trentine e nove altoatesine. La Guida 2023 "I migliori 100 vini e vignaioli d'Italia" di Luciano Ferraro e Luca Gardini ha sancito l'assoluta parità numerica tra le due province autonome almeno in campo enoico. Assoluta parità anche per quanto riguarda i punteggi espressi sempre in centesimi con l'eccezione di una «laurea con lode» (110 centesimi) conferita a tre etichette storiche: il Barolo Monvigliero 2018 del Commendator G.B. Burlotto, il Barolo Ravera Doc Riserva Vigna Elena 2016 di Elvio Cogno e il Sassicaia 2019 della Tenuta San Guido di Bolgheri.
Anselmo e Carlo Guerrieri Gonzaga fautori della svolta biologica
Per quanto riguarda il Trentino la guida del "Corriere della Sera" ha premiato la tenuta San Leonardo (Borghetto d'Avio) dei marchesi Anselmo e Carlo Guerrieri Gonzaga per la conversione biologica impressa all'azienda a partire dal 2015 e con la successiva certificazione ottenuta nel 2018 con ulteriore riconoscimento per la biodiversità. Oltremodo lusinghiero il punteggio (98 centesimi) assegnato al vino bandiera della tenuta: il San Leonardo annata 2017 con questa motivazione: "Una mitologia trentina condensata in una bottiglia che può considerarsi, a ragione, iconica. Taglio bordolese con Cabernet Sauvignon, Carménère e Merlot. Al naso confettura di mirtilli con tocchi di sottobosco e note balsamiche. Palato croccante e denso, tannini iodati, grande persistenza."
Nella graduatoria punteggi elevati per molte etichette altoatesine
Eugenio Rosi, il vigneron artigianodella Vallagarina, con la moglie. |
A quota 97 centesimi ancora due etichette altoatesine: il Pinot Nero Vigna Barthenau Roccolo 2017 della Tenuta Hofstätter e il Kerner 2021 della Tenuta Köfererhof di Novacella. Seguono con 96 centesimi lo Stoan Bianco 2020 della Cantina Tramin e con 95 centesimi il Riesling Val Venosta 2021 Falkenstein di Naturno.
Miglior vino naturale il Manzoni Bianco di Elisabetta Foradori
Con lo stesso punteggio di 95 centesimi è stato premiato un vino naturale del Trentino: il Manzoni Bianco Fontanasanta 2021 di Elisabetta Foradori, pioniera della biodinamica che è affiancata nel suo lungimirante progetto dai figli Emilio, Theo e Myrtha. Un vino - così lo descrive Luca Gardini - che rimane sette giorni sulle bucce e regala profumi di litchi, melone bianco, fiori di acacia. La beva è iodata, croccante, densa, con ritorno fruttato nel finale.
Con 94 centesimi troviamo poi il Bianco Cuvée Nama 2018 della Cantina Nals Margreid; la Schiava in purezza Pranzegg Campill 2018 di Martin Gojer e il Trentodoc Blanc de Blancs Brut di Maso Martis. "Un monumento allo Chardonnay Trentino - scrive Luca Gardini - il naso ricorda il bergamotto, l'ortica, la maggiorana e il gelsomino con un tocco di eucalipto. La beva è sapida, tesa, persistente". Gardini è rimasto affascinato anche dalla Riserva Madame Martis Pas Dosé (132 mesi di affinamento) e dallo Chardonnay in versione ferma "L'Incanto" 2021 dalla beva salmastra.
In Vallagarina premiato il Marzemino Poiema di Eugenio Rosi
Con il punteggio di 93 centesimi la Guida 2023 di Luciano Ferraro e Luca Gardini ha premiato il Marzemino Poiema 2018 di Eugenio Rosi, il vigneron artigiano della Vallagarina. "Una valle - scrive Luca Gardini - di origine glaciale e dal microclima particolare. Il Marzemino è un vitigno da temerari che necessita di grande accuratezza. Eugenio Rosi lo fa a modo suo con risultati eccellenti. Naso di ribes nero, note di menta selvatica e sottobosco, al palato tannini salmastri con ritorno fruttato-mentolato e bel finale persistente".
Per i cultori di Bacco aggiungiamo che il Poiema di Eugenio Rosi nasce a Volano, sinistra Adige, in località Ziresi (termine dialettale trentino che sta per ciliegi). La vinificazione richiama la tecnica del "governo" di chiantigiana memoria. Una parte delle uve viene raccolta e messa ad appassire, mentre il resto completa la maturazione in vigna. Il vino ottenuto dalle uve raccolte a maturazione naturale, viene fatto rifermentare con le uve lasciate ad appassire in fruttaio e poi affinato per 12 mesi in botti grandi non tostate, utilizzando anche legni di ciliegio. Ultima fase: un lungo affinamento in bottiglia.
Molte le aziende premiate per la biodiversità e la sostenibilità ambientale
Nicola Basi, pioniere dei Piwi, vitigni resistenti alle malattie fungine. |
Tra le 100 aziende premiate per la biodiversità e la sostenibilità ambientale la guida 2023 del "Corriere della Sera", oltre alla già citata Elisabetta Foradori, ai marchesi Guerrieri Gonzaga e a Maso Martis, dedica ampio spazio all'azienda Bellaveder (Faedo) di Andrea e Marco Luchetta, premiata per il Teroldego Mas Picol 2020, alla casa spumantistica Ferrari della "new generation" Matteo, Marcello, Alessandro e Camilla Lunelli, a Francesco Moser per il Gewürztraminer 2021 Maso Warth, ai pionieri del Rinascimento del vino trentino Mario Pojer e Fiorentino Sandri per la Nosiola 2021 "salmastra, agrumata, persistente".
Citazione doverosa, infine, per il giovane enologo della Val di Non, Nicola Biasi, tenace sostenitore dei Piwi, vitigni resistenti alle malattie fungine che consentono di ridurre drasticamente i trattamenti nel vigneto. Ne è un esempio il suo "Vin de la Neu" (Vino della neve) figlio di un vitigno resistente: lo Johanniter vinificato in purezza, premiato quest'anno con i "Tre Bicchieri" dal Gambero Rosso.
E a Salorno la sfida di due giovani "vigneron" trentini
Per quanto riguarda l'Alto Adige, va segnalata, infine, la Cantina Erste Neue di Caldaro (kellermeister l'enologo Andrea Moser) premiata per il Sauvignon Puntay 2020 "sapido, salmastro con nuances fruttate e officinali"; l'azienda Lageder Löwengang di Magrè per il Pinot Grigio 2020 e l'azienda Salurnis (Salorno), al confine tra le province di Trento e Bolzano, premiata per il Pinot Grigio Rosato Fateni 2020, "succoso, sapido, persistente". Una sfida lanciata da due giovani vignaioli trentini: Nicolò Panizza e Andrea Nardin.
In alto i calici. Prosit.
Giuseppe Casagrande
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