Il Governo sembra si stia mettendo subito al lavoro per parare i colpi del caro-gas e segnare sempre di più l'indipendenza dalla Russia. Così, come si legge su Il Messaggero, “insieme al via libera per l'autorizzazione al rigassificatore di Piombino, seppure con ricorso del Comune, arriverebbe anche l'imprimatur di Giorgia Meloni al rafforzamento delle trivelle per i giacimenti da sfruttare nell'Adriatico”.
Un decreto da varare nelle prossime settimane
Non a caso Meloni avrebbe messo il dossier trivelle già preparato dall'ex ministro Cingolani tra quelli da varare nelle primissime settimane del suo governo. “Lo stesso Cingolani aveva provato fino all'ultimo, prima della tornata elettorale, a mettere la sua firma di ministro sul decreto Gas release che prevede un incremento della produzione di gas nazionale di ulteriori 6 miliardi di metri cubi di gas, a fronte dei modesti 3,3 miliardi archiviati a fine 2021, da destinare alle imprese in sofferenza a prezzi calmierati. Ma gli equilibri pre-elettorali e una certa contrarietà sia dal fronte M5s che dal fronte Pd avevano suggerito al Mite di tenere il dossier nel cassetto. Ora è in cima al faldone di carte consegnato dall'ex ministro al neo premier. Ed è anche il primo capitolo aperto dallo stesso Cingolani nella nuova veste di advisor dell'energia con il ministro dell'Ambiente e della sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Certo, vanno misurate le cosiddette «compensazioni» per gli operatori dal nuovo esecutivo” - come riportato da Il Messaggero.
Chi fa investimenti, va incentivato
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, l'idea contenuta nel decreto è quella di muoversi con deroghe mirate al Pitesai, il Piano per la transizione energetica delle aree idonee (voluto dal governo M5s-Lega), nelle aree limitrofe a impianti già esistenti, in Sicilia e sull'Adriatico, nel Ravennate. Dunque, senza toccare l'Altro Adriatico, per ora. Ma chi fa nuovi investimenti e vende il gas a prezzi controllati va incentivato. «Gli operatori che mettono questo gas a disposizione a prezzi controllati non sono delle onlus, ma aziende quotate in Borsa», aveva spiegato Cingolani a Il Messaggero, «non gli si può chiedere di regalare allo Stato del gas o darlo a prezzo scontato. Di qui l'apertura a consentire l'estrazione di una quantità piccola, ma significativa, di gas: almeno 5 miliardi di metri cubi, su giacimenti esistenti». Il punto è che per poter utilizzare il nuovo gas a gennaio, è necessario avviare la macchina immediatamente. E Meloni non ha intenzione di perdere tempo: le nuove misure per famiglie e imprese saranno accompagnate dal Decreto Gas Release.
Snam prevede il via in primavera
Seconto quanto si apprende da Il Messaggero, “ci vorranno ancora diversi mesi per rendere operativo il rigassificatore di Piombino autorizzato ufficialmente dal commissario, nonché presidente della Regione, Eugenio Giani, cruciale per gli stoccaggi del prossimo anno. Snam ha promesso di rispettare il cronoprogramma che prevede il via in primavera. A patto che l'impugnativa del sindaco di Fratelli d'Italia, Francesco Ferrari, non blocchi quella che è considerata una priorità per la sicurezza energetica, senza alternative. L'autorizzazione è legata a una dozzina di prescrizioni ora al vaglio di Snam ma è allegato anche un memorandum di compensazioni chieste al governo. La conferenza dei servizi, chiusa il 21 ottobre, ha infatti emesso parere positivo con numerose indicazioni: dall'Iss che chiede una stazione meteorologica nel porto e due stazioni di misura della qualità dell'aria in aree abitate alla Sovrintendenza che prescrive la presenza di un archeologo per qualunque opera di escavazione e movimentazione terra» per il metanodotto a terra, fino all'Ufficio circondariale marittimo che chiede un'apposita ordinanza per disciplinare le condizioni e i limiti perl'ingresso e l'uscita dal porto dell'unità Frsu e delle Lngc».
Misure da valutare e dosare
“Ma il commissario ha allegato al via libera anche un memorandum di dieci punti che contiene tra le altre l'agevolazioni per almeno il 50% sulle bollette energetiche per imprese e famiglie dei Comuni dell'area di crisi industriale di Piombino. C'è poi la richiesta di blocco della messa in sicurezza della falda nel Sin di Piombino; il finanziamento per completare il porto; ma anche il finanziamento di 200 milioni per la rimozione dei cumuli exsiderurgici abbancati nelle aree pubbliche del SIN (esterne al perimetro del Gruppo JSW Steel); e un finanziamento da 100 milioni per il parco rinnovabili. Misure da valutare e dosare insieme alla consapevolezza di non avere alternative alla nave Golar Tundra nel porto di Piombino. Senza il rafforzamento della dorsale Adriatica, che aumenta il passaggio del gas da sud a nord ed è ancora bloccata, non è pensabile riavviare il rigassificatore di Gioia Tauro” - si legge su Il Messaggero.
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