False recensioni, arriva l’obbligo di provare la frequentazione del locale
La Commissione Industria del Senato approva emendamenti al ddl Pmi contro le false recensioni online dei locali, introducendo il dovere di dimostrare, con scontrini e ricevute, di aver realmente fruito del servizio. Stop all’acquisto di commenti, vigilanza all’Antitrust e norme per garantire trasparenza, tutela dei consumatori e concorrenza leale nel digitale.
La commissione Industria del Senato ha approvato gli emendamenti al Ddl Pmi volti a contrastare le false recensioni online, recependo le sollecitazioni della Commissione Europea. Tra le modifiche principali, riportate dal quotidiano romano Il Messaggero, viene eliminato l’obbligo di identificazione diretta di chi pubblica una recensione, ma resta il dovere di dimostrare, attraverso scontrini o ricevute, di aver realmente usufruito del servizio o del prodotto recensito.
Viene inoltre sancito il divieto di acquisto e cessione di recensioni, anche tra imprenditori e intermediari, indipendentemente dalla loro diffusione. La vigilanza sarà affidata all’Antitrust, che svilupperà linee guida specifiche. Rimane invece in discussione l’emendamento che prevedeva di estendere da 15 a 90 giorni il termine per verificare la liceità delle recensioni online, con un possibile compromesso di 30 giorni. Il provvedimento mira a ridurre i giudizi falsi che possono compromettere la reputazione dei ristoranti, degli alberghi e delle attività commerciali, garantendo maggiore trasparenza per i consumatori.
Nuove regole UE contro le recensioni false
La Commissione Europea ha approvato un Codice di condotta che introduce regole vincolanti per contrastare le recensioni online false, ricevendo il pieno appoggio dell’Italia. Solo chi ha realmente usufruito di un servizio potrà lasciare una recensione, segnando un cambiamento decisivo per la credibilità di ristoranti e alberghi. Dopo anni di denunce da parte di operatori e media specializzati, l’UE risponde a un problema che minava la concorrenza e la fiducia dei consumatori.
La ministra del Turismo Daniela Santanché ha definito il provvedimento «un passo fondamentale» per garantire trasparenza e tutela nel settore dell’ospitalità. L’Italia, già impegnata con un disegno di legge nazionale, si conferma tra i Paesi più attivi su questo fronte.
Recensioni verificate e tutela dei consumatori
Il nuovo Codice stabilisce che le stelline e le valutazioni potranno essere pubblicate solo da chi presenta una prova concreta della propria esperienza, come ricevute o scontrini. L’obiettivo è fermare le recensioni pilotate, spesso create da agenzie o bot, che hanno alimentato per anni distorsioni di mercato.
Come riportato nell'inchiesta di Italia a Tavola, piattaforme come Booking e Tripadvisor hanno permesso per troppo tempo la pubblicazione indistinta di giudizi non verificati. Ora si punta a un sistema in cui la fiducia dei consumatori sia realmente protetta e i locali possano competere in modo leale.
L’impatto economico delle recensioni false
Il fenomeno delle recensioni ingannevoli ha un forte impatto sul settore: una stima FIPE segnala che rappresentino almeno l’8-9% dei commenti sui ristoranti italiani, con un danno potenziale fino al 30% del fatturato per le strutture coinvolte. Nel 2022 Tripadvisor dichiarò che 1,3 milioni di recensioni risultarono false, con l’Italia tra i Paesi più colpiti.
La mancanza di controlli ha favorito un vero Far West digitale, in cui reti criminali vendevano pacchetti di recensioni positive o minacciavano di diffondere giudizi negativi a scopo estorsivo.
Nuova normativa italiana sulle recensioni online:
opportunità e criticità
Il Governo italiano ha introdotto un disegno di legge all’interno della legge annuale per le PMI che mira a contrastare le false recensioni online. Il testo, approvato dal Consiglio dei Ministri e ora al vaglio del Senato, intende garantire trasparenza, tutela degli esercenti e maggiore affidabilità delle piattaforme digitali.
Il provvedimento prevede tre regole principali: le recensioni dovranno essere scritte solo da chi ha realmente usufruito del servizio, dimostrando con prove concrete l’esperienza vissuta; i commenti dovranno essere pubblicati entro quindici giorni (ma si discute appunto di portare questo lasso di tempo a 30 giorni) dal servizio ricevuto, per garantirne l’attualità; infine, gli esercenti avranno diritto di replica e potranno chiedere la rimozione di contenuti ingannevoli o diffamatori.
Nuova normativa italiana sulle recensioni online:
opportunità e criticità
Non mancano, però, le criticità. Anitec-Assinform ha segnalato il rischio di sovrapposizioni con la normativa europea già in vigore, in particolare con il Digital Services Act (DSA). Quest’ultimo affida a segnalatori terzi e imparziali il compito di verificare i contenuti sospetti, mentre il disegno di legge italiano potrebbe attribuire questo ruolo a categorie di settore, con possibili conflitti di interesse. Inoltre, la norma italiana ribalta l’onere della prova: la recensione è sospetta fino a dimostrazione contraria, mentre per il DSA spetta all’impresa dimostrare la falsità.
Ulteriori dubbi riguardano i vincoli temporali: il limite di quindici giorni per scrivere una recensione potrebbe ridurre la spontaneità, mentre la permanenza online di due anni rischia di cancellare feedback autentici ma datati. L’obbligo di prova, infine, potrebbe escludere valutazioni legittime di chi, pur non avendo usufruito direttamente del servizio, si è scontrato con disservizi come un’assistenza clienti inefficace.
In un contesto europeo già regolato anche dall’AI Act e dalla Direttiva Omnibus, la sfida principale resta armonizzare le regole italiane con quelle comunitarie, evitando rigidità e frammentazioni. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra tutela del consumatore e libertà di espressione, garantendo un mercato digitale equo e affidabile.
Una sfida per istituzioni e piattaforme digitali
Il Codice europeo rappresenta un primo passo concreto, ma serviranno controlli rigorosi e sanzioni per renderlo efficace. Le piattaforme digitali dovranno assumersi nuove responsabilità, superando la logica dell’immunità che per anni ha protetto pratiche scorrette.
La collaborazione tra istituzioni, imprese e consumatori sarà decisiva per costruire un mercato digitale più equo. Solo così le recensioni online torneranno a essere uno strumento autentico, fondato sull’esperienza reale e non su giudizi manipolati.
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