martedì 10 febbraio 2015

ALL'ACQUARIANO UN PIATTO UNICO E VELOCE

L'ENOGASTROLOGIA

PER L'ACQUARIO A TAVOLA 

UN PIATTO UNICO E VELOCE

Il secondo mese del calendario giuliano si apre con una delle festività più significative
ma anche più sottovalutate del calendario liturgico cattolico. Quella che per noi è la "Candelora" (in tedesco "Maria-Lichtmess") era per gli antichi Celti "Imbole", festa della luce, della rinascita e rappresentava, dal punto di vista iniziatico, il cancello della paura. Vincere la Paura significa crescere, quindi ri-nascere, ed è proprio dopo questa festa che inizia la primavera. Anche se non in modo visibile, la natura entra in un nuovo ciclo vegetativo, l'idea racchiusa nel seme inizia a realizzarsi. Il primo passo è a suo modo violento, e la "piantina" necessita di forze sovraumane per "scavarsi" nella terra il proprio spazio vitale. Così pure il segno del mese, l'Acquario, rappresenta un modus vivendi in bilico tra la realtà oggettiva che lo circonda e l'immenso potenziale intellettivo e innovativo che lo contraddistingue. Fantasioso, ingegnoso, trasgressivo, il nativo aspira alla realizzazione di quel mondo ideale di fratellanza intellettuale, amore androgino e libertà spirituale che  sono tutt'altro che realizzabili. Segno d'aria, è un interlocutore affascinante e coinvolgente che si lascia trascinare in interminabili discorsi sull'universo e su Dio, e se siete sulla sua lunghezza d'onda si rivela un coinvolgente e stimolante compagno... purché non gli chiediate di scendere dal suo mondo di utopica fratellanza e vivere il quotidiano. Lo vivreste freddo e distaccato, poco propenso a coinvolgersi in ménage amorosi o a confrontarsi con le basilari necessità umane. In effetti l'acquario non si vive attraverso il proprio corpo, che, per fortuna, non gli crea quasi mai problemi né di linea, né di salute (infatti anche il nostro seme in questo periodo non deve preoccuparsi di sostanze nutritive, ma solo di "realizzarsi"); e il pianeta signore, Urano, gli conferisce una costituzione dinamica e muscolosa, una costante passione per le attività sportive; unico consiglio da parte nostra è di rispettare il ciclo di Urano nella cura della condizione fisica, di carattere ventennale, e quindi di dedicare maggior attenzione al corpo a 20, 40 e 60 anni.
Eclettici, dinamici e sempre in movimento, gli Acquari non prestano particolare attenzione all'alimentazione, a volte si nutrono in maniera inadeguata e distratta, veloce e senza considerare quello che in quel momento ingeriscono. Se hanno particolare appetito per un dato cibo, sono capacissimi di assimilarne fino alla nausea, per il resto piatto unico, veloce, di facile digestione: carne ai ferri, pesce senza spine, un panino al bar, una pizza al taglio. Masticare con cura? no, grazie; non c'è tempo. La parola d'ordine è stuzzicare senza appesantire, stimolare la sua fantasia senza coinvolgerlo in pasti prolungati; non parlare mentre si pranza, ma pranzare mentre si parla. Il pasto non deve distrarlo dal suo mondo utopico; spiedini succulenti, verdure al pinzimonio, insalate di pasta o riso, formaggini alle erbe spalmabili.
 Le necessità alimentari sono volte a stimolare le attività celebrali, i processi mentali. Indispensabile quindi un costante apporto di vitamine del gruppo B, in particolare la B12, e di vitamina C. Funghi, spinaci, ortaggi verdi in genere, possibilmente crudi, agrumi, castagne, frutta secca. Utili  le cura annuali a base di polline e lievito di birra, le cui proprietà enzimatiche ne fanno un ottimo catalizzatore in diversi processi corporei.
Anatomicamente al segno corrisponde l'apparato circolatorio: disturbi quali affanno, palpitazioni, varici o flebiti sono patologie tipiche dopo la quarantina, come pure una tendenza alla pressione elevata. In questo caso risulta importante il sale minerale del segno, Natrum muriaticum o cloruro di sodio, da non assumersi attraverso il sale da cucina (con effetti devastanti), ma da ricercare in alimenti quali sedano, cipolle, lenticchie o rape, in fragole o agrumi, anche negli asparagi, da consumarsi però con moderatezza.
A dir il vero la tavola non è il punto forte di un Acquario, che si alimenta piuttosto a casaccio e senza prestare particolare cura alla presentazione del cibo. 
 
La sua cucina sarà super attrezzata, il fornello dell'ultima generazione, le pentole brillanti e i coltelli affilati: non mancherà nulla... ma probabilmente sarà tutto ancora inutilizzato. La sala da pranzo arredata con stile, un mix tra eleganti forme moderne e ricercati pezzi d'antiquariato, un vero colpo d'occhio, ma l'atmosfera risulterà lo stesso fredda e distaccata. le stoviglie, possibilmente firmate, spaziano dal design futurista alle più tradizionali porcellane bianche, i cristalli lineari e di foggia ricercata, adatti sia a vini importanti e "storici" (un Barolo di Michele Chiarlo) sia a quelli "moderni" (un Amarone della Valpolicella di Villa Girardi).
La vera sorpresa sarà scoprire che questo autodidatta in materia di gastronomia è capace di creare dei veri e propri manicaretti e servirli con superba eleganza e ricercatezza, da stupire gli ospiti con cene da veri gourmet, perfette dall'antipasto al dessert, arricchiti da una conversazione intelligente, spiritosa e stimolante.
Mai dare un Acquario per prevedibile e scontato, potremmo avere delle belle o brutte sorprese!
Daniela Mosena
 
A TAVOLA CON L'OSPITE ACQUARIO


Crostini di Porcini
Ingredienti: un pane casereccio, cinque porcini freschi di medie dimensioni o dei porcini freschi (o secchi fatti rinvenire in acqua tiepida), un pugno di prezzemolo tritato, mezzo etto abbondante di fontina, latte, farina, olio extravergine di oliva, uno spicchio d'aglio, sale e pepe. Per un tocco personalizzato consigliamo di aggiungere un cucchiaino di pasta di tartufi di Livade (della ditta Zigante).
Preparazione: preriscaldate il forno a 180°. Preparate il pan carrè eliminando la crosta e tagliandolo in fette di un centimetro abbondante. In una teglia fate appassire in tre cucchiai di olio d'oliva l'aglio tritato finemente e il prezzemolo e aggiungetevi poi i funghi porcini puliti e tagliati in fettine sottili. Preparate quindi una besciamella morbida. Quando i porcini saranno a metà cottura aggiungeteli alla besciamella, mescolando con cura fino a rendere il tutto omogeneo, quindi unitevi la pasta di tartufo. Cospargete le fette di pane con il composto di funghi e distribuitevi la fontina tagliata a cubetti; correggete di sale e pepe e infornate il tutto per un quarto d'ora. Serviteli caldi accompagnati da un Lucumone della fattoria fratelli Mantellassi diMagliano in Toscana.

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