Senape, l’ingrediente
che ci mancava.
È quasi spontaneo, parlando di senape, pregustare già a livello sensoriale gustose pietanze a base di carne,
oppure
cibi considerati “meno nobili”, ma altrettanto saporiti come ad esempio
hot-dog e hamburger. Salsa particolarmente amata negli stati del nord
America, nonostante le sue origini indoeuropee, la senape sta
accrescendo la propria cerchia di amanti anche qui, in Europa e,
ovviamente anche nel Bel Paese.
Il piccolo seme da cui si ottiene
il prodotto finito, appartenente alla famiglia delle Brassicacee o
Crocifere, è conosciuto fino dai tempi più remoti. Citato in molti
antichi testi religiosi, viene utilizzato, grazie alla sua dimensione
particolarmente minuta, come simbolo di umiltà. La parabola della “madre
in lutto e del seme di senape”, attribuita a Gautama Buddha e la sua
citazione nella “parabola del seme di senape”, contenuta nel Vangelo
cristiano, è un esempio della longevità della pianta e della conoscenza
della stessa da parte degli abitanti delle regioni euro-asiatiche in
tempi antichi.
I
semi, che possono avere origini e caratteristiche diverse, giungono a
maturazione alla fine della stagione estiva ed è proprio con essi che si
prepara la salsa che conosciamo. I Romani, che ne conoscevano le
particolari proprietà antiossidanti, furono i primi a crearne una prima,
primitiva miscela, mescolando il mosto con semi di senape per creare un
prodotto piccante o mustum ardens, da cui si pensa abbia origine il
nome mostarda. Da questi primi esperimenti nacque la Senape di Digione,
originaria della Borgogna, ancora oggi la più famosa e usata al mondo.
Ai
giorni nostri la salsa di senape viene preparata con le farine ottenute
dalla macinazione dei semi di senape nera e bianca cui vengono man mano
aggiunti altri ingredienti come aceto, olio e zucchero, ricetta
decisamente da quella conosciuta nell’antichità.
Le
piante di senape, nonostante la molteplici origini e particolarità dei
semi, raramente raggiungono un'altezza superiore ai due metri,
presentando foglie inferiori larghe pennatifide, mentre le superiori
sono piccole e allungate. Il fiore giallo ricorda per la sua forma una
pannocchia. Esso sviluppa il frutto, che contiene numerosissimi semi
piccoli e arrotondati, oleosi e ipocalorici, da cui si ricava la famosa
salsa di condimento, dal sapore tipicamente aspro e piccante.
Ricca
fonte di vitamine (B1, B2, B3, la vitamina C, E, K e J) e minerali (tra
cui soprattutto calcio e fosforo), il seme viene riconosciuto come
prodotto benefico, che favorisce la circolazione sanguigna, utile contro
i reumatismi, l’artrite e i dolori muscolari, valido alleato al
contrasto di raffreddore e febbre.
In caso di consumo smodato, a
causa della sua proprietà di stimolazione gastrointestinale, la senape
può trasformarsi in un prodotto dannoso, non consigliato in caso di
ulcera e gastrite, inoltre i semi possono causare allergie alimentari, a
causa della presenza di agglutinina.
Come detto in precedenza in
cucina la senape può avere diversi utilizzi, come condimento per carni e
insalate o per la preparazione della “mostarda”, alimento di culto
nella gastronomia francese.
acinoparlante
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