Alta Langa: l'unicità
del Metodo Classico
Piemontese
Un vino d'eccezione
Tutti conoscono lo Champagne, anche gli astemi, ma pochi sanno che in Italia il pioniere del metodo classico (o champenoise), uno dei metodi all'origine degli spumanti, è stato un piemontese: Carlo Gancia ha iniziato i suoi esperimenti sulle uve Pinot, Chardonnay e Moscato delle colline canellesi nel 1851, dopo aver maturato esperienza diretta in una maison della Champagne.
La storia dell'industria spumantifera piemontese ha quindi radici molto profonde e l'eredità di secoli di grandi successi 'in bottiglia' viene oggi raccolta da un vino sempre più presente e apprezzato sui mercati internazionali: l'Alta Langa DOCG.
Prodotto solo nelle annate migliori, poiché proposto da disciplinare solo come millesimato, l'Alta Langa nasce dalle uve Pinot Nero e Chardonnay più pregiate, coltivate esclusivamente al di sopra dei 250 m di altitudine nella fascia collinare che attraversa le province di Cuneo, Asti e Alessandria.
I comuni interessanti sono 146 e la produzione totale, fronteggiata da un richiesta del mercato in continua crescita, è di sole 600.000 bottiglie. Due le versioni: bianco e rosato, con la possibilità di optare per un 100% di Pinot Nero per ottenere la versione rosé prolungando leggermente la macerazione delle bucce.
Dopo la raccolta manuale e una leggera pressatura delle uve, la prima fermentazione permette di ottenere il vino base, che tra l'inverno e la primavera successiva alla vendemmia rifermenterà in bottiglia per dare il via a un processo di trasformazione lungo almeno tre anni: dopo la seconda fermentazione, infatti, per diventare Alta Langa lo spumante deve riposare sui lieviti per almeno 30 mesi, 36 per ottenere la menzione 'Riserva'. Un record a livello mondiale, se si pensa che gli spumanti più famosi al mondo, primi fra tutti lo Champagne non millesimato francese e il Cava spagnolo, devono raggiungere rispettivamente una maturazione minima di soli 9 e 15 mesi. Il risultato è un equilibrio tra complessità e finezza difficile da eguagliare.
Il legame con il territorio
L'Alta Langa rispecchia le infinite meraviglie del territorio di origine: il microclima delle colline del sud Piemonte ad altezze comprese tra 250 e 600 m, unito alla composizione dei suoli, conferisce al vino caratteristiche uniche: i terreni marnosi e calcareo-argillosi, non molto fertili, insieme alle rese bassissime, regalano uno spumante armonico ed estremamente longevo.
Come i migliori Champagne millesimati, l'Alta Langa riunisce le peculiarità delle uve più famose al mondo: il Pinot Nero, che conferisce sapidità e corpo, e lo Chardonnay, elegante e dai sentori infinitamente espressivi, entrambi adatti a un lungo affinamento.
Un vino per mille occasioni
Oltre al consueto binomio “bollicine-festeggiamenti”, l'Alta Langa rappresenta un'esperienza sensoriale di altissimo livello, in grado di soddisfare le aspettative dei wine lover più esigenti. Ottimo come aperitivo, è uno spumante che in entrambe le sue versioni accompagna egregiamente anche un pasto completo, specialmente se a base di piatti tipici della zona di origine.
Antipasti di pesce, paste con sughi leggeri o di verdure, secondi di carne o di pesce, senza dimenticare i taglieri di salumi e formaggi con cui le bollicine vanno a nozze grazie alla loro capacità di alleviare la sensazione di pesantezza talvolta legata all'alto contenuto di grassi e alla sapidità. Da provare con il grande fritto misto alla piemontese, che da sempre predilige vini frizzanti e dalla buona freschezza acida.
In ogni caso, il consiglio più spassionato è di consumarlo in compagnia, in una grande occasione o per impreziosire i piatti della quotidianità, perché il bello del vino – e ancor di più di un grande spumante – è la sua capacità di riunire le persone nella convivialità.
Per maggiori informazioni sulle aziende produttrici, i vini e il territorio www.altalangadocg.com
17 Settembre 2015
Elisa Pesce
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