VINITALY RUSSIA
E I PRODUTTORI ITALIANI
FANNO RETE PER AFFRONTARE
UN MERCATO
CHE STA VIVENDO
UNA FASE COMPLESSA
La situazione in Russia è infatti complessa e mutevole: pesano la
svalutazione del rublo con la perdita del potere d’acquisto della classe media,
la crisi in Ucraina e il relativo embargo russo contro le sanzioni USA e UE,
motivi per i quali non è facile per le aziende, che intendono investire sul
territorio, fare previsioni a breve raggio. «Nei primi sette mesi del 2015
(gennaio-luglio) il valore dei vini italiani importati dalla Russia (pari a 57
milioni di euro) è calato del 26,8% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Nonostante il contesto negativo generalizzato, l’Italia si conferma anche per
quest’anno il primo esportatore di prodotti vitivinicoli in Russia. Una dato che
ci conforta, ma che deve soprattutto stimolare a fare meglio, sfruttando le
defezioni dei concorrenti stranieri, occupando le loro quote e impegnandoci,
come intende fare ICE in collaborazione con Vinitaly, in un’attenta e
specializzata educazione del consumatore verso il prodotto vitivinicolo
italiano» commenta così Paolo
Celeste, presente all’evento in qualità di direttore ICE di
Mosca.
«È una nota positiva che
l’Italia abbia confermato la sua posizione di primo esportatore di vino nella
Federazione Russa. Il vino è un’eccellenza della cultura italiana ed è quindi
molto importante che il pubblico russo lo conosca e lo apprezzi sempre di più.
Restare in vetta non è facile: dobbiamo fare ogni sforzo non solo per mantenere
la posizione, ma anche per espanderla, ad esempio portando i nostri prodotti
nelle Regioni russe» sottolinea
Cesare Maria Ragaglini
Ambasciatore d’Italia a Mosca.
«Il mercato attraversa una
fase di transizione: un potenziale investimento sulla Russia deve essere
valutato in un’ottica di medio-lungo termine, avviando cioè un percorso che
potrà rivelarsi particolarmente premiante quando la fase di congiuntura negativa
sarà superata. Con iniziative btob di
formazione e tasting come quella organizzata oggi da Vinitaly International a
Mosca, Veronafiere intende confermarsi un valido alleato per le imprese del
comparto vitivinicolo, sia dal punto di vista commerciale che promozionale»
afferma il direttore generale di
Veronafiere Giovanni Mantovani.
L’appuntamento russo si concentra in un’unica giornata, durante la
quale Vinitaly International ha organizzato un programma suddiviso in sette
Masterclass, qualificando l’evento tra i più importanti sul territorio
interamente dedicato al mondo vino. Solo lo scorso anno ha infatti ospitato,
sempre in un solo giorno, più di 1600 professionisti e il numero record di 1700
vini provenienti da tutte le regioni d'Italia. Situato ancora una volta nel
Centro Congressi del Swissotel Krasnye Kholmy, Vinitaly Russia presenta inoltre
il suo tradizionale Walk Around
Tasting, confermando la collaborazione con alcuni dei più grandi nomi dello
scenario dell’importazione russa, come Simple, Fort, Ast-international
Environment, DP-TRADE, MBG and Millenium, collaborazioni consolidate negli anni
presentate insieme a due new entry, Winedom e Noble House, per offrire una più
ampia scelta di cantine di piccole e medie dimensioni che intendono entrare nel
in questo particolare mercato. Il programma educativo è arricchito infine da due
Executive Wine Seminars di VIA (Vinitaly International Academy) dove il
direttore scientifico, Ian D'Agata, viene affiancato per la prima volta da
Veronica Denisova e Nikolay Chashchinov, i primi due VIA Italian Wine
Ambassadors di nazionalità russa.
Dati economici import russo di vino italiano (fonte
ICE)
Nel 2014 l’Italia si è qualificata come il
primo fornitore di vini (compresi spumanti) della Russia, davanti a Francia e
Spagna, con un totale di 254,3 milioni di euro di controvalore. Nonostante la
crisi in atto, il vino italiano è riuscito a contenere le perdite (-2,34%
rispetto al valore 2013), in confronto alla flessione di Francia (-11,3%) e
Spagna (-28,3%). Anzi, in questo quadro il prodotto italiano
è riuscito a erodere quote di mercato
dai concorrenti passando da un da un 28,5% ad un 29,4% del totale dei vini
consumati in Russia. Da segnalare la crescita dei vini bianchi e rossi (+1,6%),
cui fa da contraltare il -7,7% degli spumanti.
Situazione diversa nel 2015: nei primi sette mesi (gennaio-luglio) il controvalore dei
vini italiani importati dalla Russia (pari a 57 milioni di euro) è calato del
26,8% rispetto allo stesso periodo del 2014. Il calo riguarda anche il comparto
spumanti (22,1 milioni di euro), il cui consumo è sceso del 35,1%. Tuttavia
l’Italia si conferma ancora il primo esportatore di prodotti vitivinicoli in
Russia.
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