Imillimetri di pioggia caduti a maggio, giugno e luglio, supportati dalle brevi piogge estive e da alcune grandinate, hanno fornito al sottosuolo un serbatoio di umidità che ritroveremo utile nella fioritura dei tartufi.
Ma è sempre il terroir che decide e sicuramente quest'anno nelle Marche ed nella zona dei Sibillini farà la differenza perché è lì che i parametri che vegetano il tartufo si sono esaltati, tali da farci capire l'andamento della stagione tartufigena.
Quest'anno avremo sicuramente soddisfazioni particolari, non saremo ai livelli delle storiche annate del 2014 e 2019 che sono state eccezionali, ma avremo un grande livello di profumi e di sensorialità dei tartufi, ma anche pepite di grandi caratura, che potranno stupirci con colpi di coda in positivo anche verso Natale e i primi di gennaio.
Se come appare dai nostri dati accademici El Nino, con le sue correnti e temperature ci ha riportato nella giusta rotta e nella giusta dimensione, sicuramente anche il prossimo anno e quello successivo, se certi parametri verranno rispettati, credo che avremo i prossimi 2 o 3 anni di forte presenza del tuber magnatum come ai vecchi tempi.
I numerosi Maestri del tartufo, i Cavatori provetti e i Custodi del bosco che abbiamo interpellato in giro per l'Italia manifestano un deciso ottimismo supportato da dati scientifici di grande impatto e decisa veridicità. In particolare il Maestro del tartufo Pino Crestini di Sestino che ha un po' in mano i dati dell'andamento stagionale climatico e i parametri del tartufo ci ha sussurrato il suo ottimismo.
La pioggia, l'umidità del terreno, il sole, il terroir e la luna sono dati salienti e allora ci chiediamo: ma è più favorevole la luna crescente o la luna calante per il tartufo, anche qui abbiamo studiato il mistero.
Giuseppe Cristini, direttore dell'Accademia del Tartufo nel MondoAnche il vento ha un ruolo particolare, se durante l'estate il vento caldo è deleterio e nocivo e può asciugare precocemente il terreno togliendo quella umidità utile alla formazione del tartufo, il venticello invernale invece incanala quell’alito e quell'effluvio garbato di profumi del tartufo che arriva all'olfatto del cane quando cerca la preziosa pepita.
Certamente nei momenti giusti il sulle sa equilibrare le piogge appena cadute e il binomio sole-pioggia è strategico: perché le piogge con cadenza quindicinale, se poi arriva il sole, tutto il contesto si esprime con una maturazione ideale del micelio e quindi del carpoforo.
E così vogliamo svelare vicino a quali piante possiamo cercare il tartufo e dove si crea la giusta simbiosi. Andiamo a cercare il nocciolo e il salice per il nord Italia, ma per il centrosud affidiamoci alla roverella che è la pianta per eccellenza da prediligere.
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