Trump in Italia? Bene, ma occhio: l'America vuole farci mangiare carne agli ormoni
Altro che dazi: gli Usa vogliono far saltare le regole su salute, qualità e web. Carne agli ormoni, prodotti fake, zero Iva e piattaforme digitali fuori controllo minacciano l'agroalimentare e la libertà di scelta. L'Europa non ceda su ciò che conta
direttore
L'invito a Trump a venire in Italia per risolvere la questione dazi lo aveva fatto per prima Italia a Tavola con una lettera aperta il 3 aprile scorso. Ora, non potevamo certo aspettarci chissà quale risposta, ma non possiamo che essere felici che l'invito formulato da Giorgia Meloni sia stato accolto dal presidente Usa (sempre che, nelle sue giravolte, il tycoon non cambi di nuovo opinione). Quelle usate da Italia a Tavola erano certamente parole semplici (“Lei viene qui, due chiacchiere, al tocco un panino, un bicchiere di vino. E vuoi vedere che dopo avere provato l'ebbrezza di essere l'uomo più potente del mondo, tra gli uomini più ricchi del Suo Paese, scopre pure che si può essere felici?”), ma quelle del premier italiano non sono molto lontane quando si parla di amicizia fra Paesi alleati che condividono i comuni valori (o almeno ci auguriamo). E quindi non può che essere un'ottima notizia.
Il rischio di una guerra commerciale da evitare
A questo punto non resta che aspettarci che sia fissata una data di un vertice per evitare una guerra commerciale fra Europa e Stati Uniti che avrebbe effetti devastanti per tutti. L'importante è avere idee chiare su cosa c'è in ballo e su cosa si dovrà trattare. La gran parte della stampa si sofferma infatti sul fatto che, esclusa l'ipotesi di zero dazi fra le due sponde dell'Atlantico, gli Usa potrebbero abbassare i dazi verso l'Europa in cambio di un aumento degli acquisti di gas liquido (il più caro sul mercato) e di armi. Una sorta di gabella che la Casa Bianca imporrebbe peraltro soprattutto a chi, come noi italiani, ha più bisogno di gas ed è in ritardo sugli impegni Nato per la difesa (dobbiamo raggiungere almeno il 2% del Pil). E non a caso questo è stato uno dei temi poi affrontati dal vicepresidente Usa Vance in visita a Roma nei giorni scorsi.
Non solo dazi: il vero obiettivo Usa è scardinare
le regole europee a tutela dei cittadini
Ma a ben guardare, c'è ben altro in ballo. Ciò a cui mira la Casa Bianca non è tanto e non solo porre un limite alle importazioni dall'estero. Nei confronti dell'Europa l'obiettivo è di abbattere le barriere non tariffarie e permettere l'ingresso di prodotti Usa, ritenuti pericolosi per i cittadini o capaci di sconvolgere il libero mercato. E in prima fila c'è tutto l'agroalimentare e il turismo, che rischiano molto di più rispetto ai pur elevati dazi. Non dimentichiamo che nel 2023, il valore delle esportazioni agroalimentari italiane verso gli Stati Uniti aveva raggiunto i 7,3 miliardi di dollari, posizionando l'Italia come il terzo fornitore di prodotti food & beverage negli USA, superando la Francia e preceduta solo da Messico e Canada. Ma se dovessimo aprire i nostri mercati a prodotti pericolosi per la salute il costo sarebbe enorme...
L'attacco USA alla qualità del nostro cibo e alle regole europee
Il punto è che Trump vorrebbe fare saltare tutte le protezioni che l'Unione europea ha posto a tutela della nostra salute e della qualità dei prodotti, oltre che a protezione dalle fake news e dei diritti d'autore. Due esempi per tutti: in Europa è vietata la vendita della carne agli ormoni o di alimenti tarocchi che imitano le Dop e le Igp. E su ciò non è questione di dazi, ma di normative igienico-sanitarie. In pratica, se la Casa Bianca non può fermare le importazioni agroalimentari italiane (perché di qualità superiore a prodotti locali o perché più “cool”), vorrebbe poter esportare i suoi alimenti industriali di più basso valore, ma non in regola con le nostre normative.
I dazi Usa possono costare quasi 12 miliardi ai consumi delle famiglie italiane
Guerra commerciale, l'Ue approva i controdazi agli Usa: scattano il 15 aprile
Trump sospende i dazi per 90 giorni: sollievo per l'agroalimentare italiano
Trump metti in discussiione anche l'Iva europea
Fra le barriere non tariffarie che gli Usa vorrebbero eliminare c'è poi l'Iva, l'imposta sul valore aggiunto che colpisce tutti i beni venduti nell'Unione, sia quelli prodotti nell'Ue che quelli importati. L'Iva fa parte del sistema fiscale europeo e non è un dazio. Vale per chiunque e sarebbe davvero un assurdo permettere la vendita di prodotti solo perché made in Usa senza assoggettarli all'Iva. Sarebbe come favorire vendite sottocosto perché, a parità di qualità e costo di produzione e commercializzazione, godrebbero mediamente di un ribasso al cartellino del 20% circa. Un assurdo, tanto più che l'Iva non avvantaggia nessun produttore… E non può essere che poichè negli Usa mle normative fiscali sono diverse noi dovremmo esentare i loro beni.
Dietro la richiesta Usa c'è una minaccia alla sicurezza alimentare
Come se non bastasse, a ciò si aggiunge la delicatissima questione delle regole sul cibo. Alla faccia di ogni regola, Trump vorrebbe che la Ue usasse l'accetta sugli standard fitosanitari applicati all'agricoltura (come detto, per fortuna gli Usa non possono esportare in Europa la carne agli ormoni) e sulla tutela delle denominazioni di origine protetta. L'Ue difende i propri standard fitosanitari per proteggere i consumatori. E lo stesso vale per le indicaziondi tipiche che proteggono prodotti di qualità e che sono la storia e la cultura del nostro continente, da Parmigiano Reggiano la Grana Pdano, dalle mozzarelle di bufala al prosciutto di Parmas. Su questo non si può in alcun modo transigere. Si trata di temi delicatissimi, sui quali tutti ci auguriamo di vedere in piazza la Coldiretti, che tante giuste battaglie fa contro l'italian sounding che negli Usa dilaga e che - senza le attuali barriere - inonderebbe l'Europa, portandosi dietro anche alimenti pericolosi per la nostra salute.
Il caso McDonald's e il fast food Usa: in Italia si mangia più sicuro che negli States
Parlando di prodotti pericolosi per la salute insistiamo sulla carne agli ormoni, perche è consumata regolarmente nei fast food e persino nell'alta ristorazione Usa. Si tratta di cibo illegale in Europa, tanto che una catena tipicamente a stelle e strisce, come McDonald's, in Italia segue protocolli completamente diversi e offre menu di qualità nettamente superiori a quelli praticati negli States, utilizzando solo carne europea. C'è addirittura chi dice che i nostri MaDonald's, rispetto ai cugini americani, meriterebbero di essere citati nelle guide, tanto sono diversi
Carne Usa, carne coltivata e scenari futuri
Aprire le porte alla carne e ad altri alimenti Usa (di fatto sotto costo) che non seguono le nostre regole rischierebbe fra l'altro di fare saltare le filiere agricole di valore di tutta Europa e aprire la porta a rischi sanitari elevatissimi, con ricadute sui nostri livelli di vita e sui costi del welfare. Non dimentichiamo che l'enorme massa di obesi presenti negli Usa deriva proprio da questo cibo spazzatura che in Europa è per fortuna in gran parte vietato.
E che dire di quello che potrebbe avvenire in un campo come quello della carne coltivata? Negli Usa i limiti sono più bassi che in Europa. Nel 2023, le aziende Upside Foods e Good Meat hanno ottenuto ad esempio l'approvazione per la vendita di pollo coltivato negli States, segnando un punto di svolta per il settore. Magari, dopo avere assediato a Parma la sede dell'Efsa (l'ente europeo che garantisce la sicurezza alimentare e sta studiando la carne coltivata), gli agricoltori italiani potrebbero fare una manifestazione preventiva davanti all'Ambasciata Usa…
Big Tech, fisco e fake news: Trump vuole libertà totale e niente tasse
Ma non basta. Gli Usa chiedono anche di modificare la legislazione in materia di digitale (Digital Services Act e Digital Markets Act) per favorire le Big Tech, i grandi colossi del web (da Google ad Amazon, da X a Facebook) che già fanno il bello e il cattivo tempo e “orientano” le opinioni pubbliche. Da un lato non pagano tasse sulle vendite effettuate (è ad esempio uno scandalo come Amazon, non avendo sede in Italia, non paghi le imposte sui suoi guadagni miliardari…), e dall'altro, oltre a permettere il dilagare di fake news (pensiamo solo ai danni al mondo della ristorazione causati da TripAdvisor), non pongono limiti all'odio in rete o alla discriminazione verso le minoranze. Anche in questo caso, le regole europee (comuqnue blade) servono ad evitare che siano questi soggetti a “dirigere” domani i flussi del turismo o le scelte dei consumatori.
In gioco c'è la nostra libertà: di mangiare,
di stare bene e di decidere
Probabilmente quelle elencate sono solo di preoccupazioni infondate e siamo certi che il Governo italiano e la Commissione europea sapranno ben difendere quelle che sono conquiste di civiltà e sicurezza, oltre che protezioni economiche. L'importante è che tutti abbiano ben chiaro che in ballo non ci sono solo i dazi o gli equilibri fra le grandi potenze, ma anche regole base che riguardano il nostro cibo e la nostra libertà di scegliere.
Nessun commento:
Posta un commento