OPPORTUNITÀ PER I FORMAGGI
MADE IN ITALY GRAZIE ALL’EXPORT
È la Cina la locomotiva del mercato lattiero caseario mondiale?
E in quali direzioni si muoveranno i flussi di latte, polveri, burro, e formaggi? I futures potranno ridurre la volatilità dei listini? A queste domande hanno provato a dare risposta i relatori del quarto Dairy Forum di Clal, piattaforma di analisi del sistema lattiero caseario fondata da Angelo Rossi e riferimento a livello internazionale per gli operatori.
Il Dairy Forum che si è tenuto a Bardolino ha visto la rassegna internazionale di Veronafiere dedicata all’agricoltura e alla zootecnia (in programma nel febbraio 2016), partner dell’evento che ha richiamato l’attenzione di tutti i più qualificati player italiani.
Cina senza freni. Alcuni dati recenti, riportati sul sito www.clal.it, dicono che le importazioni cinesi sono schizzate in alto in misura considerevole nel giro di 12 mesi. Il burro, ad esempio, ha registrato un boom del 254,49 per cento, con la Nuova Zelanda a rappresentare il principale fornitore (12.983 tonnellate lo scorso marzo, seguita dagli Stati Uniti a distanza siderale, con appena 616 tonnellate).
Balzo in avanti del 72,4 per cento l’import di polvere di latte scremato: 13.296 tonnellate arrivano dalla Nuova Zelanda, che si conferma Paese con una produzione rocciosa e un export estremamente dinamico, in special modo nel Far East asiatico; seguono gli Stati Uniti con 5.840 tonnellate, ma trova spazio – seppure con 1.921 tonnellate, alle spalle dell’Australia (2.905 ton) – la Germania.
Viaggiano a ritmi sostenuti anche le importazioni del Dragone (+61,13 per cento a marzo di quest’anno, su base tendenziale) di polvere di latte intero. Un mercato nella sua quasi totalità coperto dai neozelandesi, seppure con la presenza certificata di prodotto proveniente dall’Australia, Argentina e Uruguay.
Sul versante dei formaggi, lo scorso marzo la Cina ha importato il 21,9 per cento in più rispetto allo stesso mese del 2013. I principali flussi caseari provengono dal tridente formato da Nuova Zelanda, Australia e Usa. Ma non manca la presenza – per quanto limitata – dei formaggi italiani. Le 164 tonnellate esportate a marzo 2014 rappresentano il valore più alto in termini numerici degli ultimi 15 mesi, da gennaio 2013.
Il mercato cinese, dunque, rappresenta un’opportunità da sfruttare e un Paese da esplorare per i produttori italiani, tenuto conto che ogni mese l’import di formaggio segna proiezioni positive: +110,6 per cento a febbraio 2014 su base tendenziale, +66 per cento a gennaio 2014, +43,1 per cento a dicembre 2013 rispetto al dicembre del 2012, per citare il periodo più recente.
Non solo Cina: attenzione ai Paesi «Asean» e «Mint». Il futuro del lattiero caseario Made in Italy va oltre il target della Cina e spazia verso l’area dell’Asean (Association of South-East Asian Nations), associazione cui aderiscono Vietnam, Malesia, Indonesia, Filippine, Singapore, Tailandia, Brunei, Laos, Birmania e Cambogia. Allo stesso tempo, sta incontrando sempre maggiore interesse per l’export italiano di formaggi anche il Medio Oriente, i Paesi del Golfo Persico e i «Mint», acronimo che si riferisce alle nuove economie emergenti: Messico, Indonesia (legata, come abbiamo visto, all’Asean), Nigeria e Turchia.
A esaminare sotto la lente il mercato lattiero caseario nei Paesi in via di sviluppo ha pensato Michael Griffin, Senior Policy Officer della FAO. Fra le capitali di un mercato emergente a livello mondiale c’è l’India, della quale, al Forum di Bardolino, ha parlato R. S. Sodhi, managing director di Amul, una delle cooperative lattiero casearie più importanti del continente asiatico.
Il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, ha toccato invece il tema della nuova Pac e la volatilità dei prezzi; mentre Francesco Biella di Iri illustrerà lo scenario relativo ai consumi di formaggi in Europa.
Attenzione anche alla gdo con Francesco Pugliese, direttore generale di Conad. che ha parlato di una missione nei confronti del consumatore e il titolo dell’intervento sarà “Scegliere certezze”.
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