NON ESTREMIZZIAMO
Qui siamo nelle Langhe, nel'azienda Michele Chiarlo |
così come sapientemente miscelati in fantastici cocktail, o anche acque minerali, the, caffé. Quello della degustazione è un mondo fantastico, ricco di mille sfaccettature, che si complica e aumenta il suo grado di precisione, quando va poi abbinato al cibo. Tutto si può fare, tutto è possibile, basta non esagerare. In tutti gli ambiti della degustazione si parla
sempre più di terroir e sempre più spesso di varietà autoctone.
Due elementi inscindibili, fondamentali, ma che spesso vengono estremizzati e rischiano di allontanare appassionati e futuri consumatori, più che avvicinarli. Non sono mai stato un talebano, anche se ovviamente riconosco il ruolo fondamentale di molte varietà tipiche del nostro panorama
Un cru dell'azienda Fattoria Mantellassi in Maremma |
molte riviste. Tutto interessante, linfa vitale spesso per piccole varietà che, altrimenti, sarebbero destinate all’anonimato se non proprio all’estinzione.
Uno scorcio dell'azienda Carpineto in Toscana |
leggere la stessa storia vitivinicola italiana e osservare come il nostro
paese, per tanti motivi, sia storici che sociali, sia diventato anche
l’habitat ideale di vitigni, spesso di origine francese, che da noi hanno trovato ugualmente grandi terroir e relativi interpreti.
Il Veneto ne è un esempio o, andando in Toscana, basti pensare alla storica
denominazione del Carmignano, dove l’uva francesa è parte integrante del blend con il sangiovese da più di un secolo e rappresenta
un saldo fondamentale per conseguire quella trama e quel tocco al
Caratteristico vitigno nell'azienda della Tommasi a Verona |
Luca Gardini
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