SULLA SITUAZIONE OLIVICOLA
Puglia (-35%).
La Puglia presenta, come di consueto, una situazione differenziata a seconda degli areali.
È sopraggiunto il fenomeno della cascola, in prossimità delle operazioni di raccolta (anticipate rispetto al normale calendario della regione) determinato dai forti venti. I primi dati sulle rese produttive sono abbastanza negativi.
Nella provincia di Bari la fascia costiera presenta problematiche importanti legate alla presenza di attacchi di mosca, mentre nell’area a nord di Bitonto si evidenziano meno problemi sia a livello quantitativo, sia qualitativo.
Anche nella provincia di Bat la situazione è tutt’altro che omogenea. Nelle zone contraddistinte la annata di scarica le olive più polpose hanno subito serie minacce dalla mosca, peraltro ottimamente contenute grazie alle indicazioni dei tecnici.
Si prevede un’importante contrazione produttiva anche nel Foggiano determinata essenzialmente dalle avversità atmosferiche che hanno trovato la loro massima espressione nelle alluvioni nella zone del Gargano e dell’Alto Tavoliere. Anche gli attacchi di mosca hanno dato il loro contributo alla perdita di produzione. Flessioni sono previste anche nelle altre aree della provincia, come Basso tavoliere e Subappennino, ma con un maggiore ottimismo in termini di qualità.
In un quadro regionale preoccupante le province di Brindisi e Taranto rimandano qualche segnale positivo. Qui le olive sane sono arrivate in fase di raccolta senza nessuna carenza idrica e con rese migliori rispetto a quelle registrate per la scorsa campagna. Gli attacchi di mosca sono stati mediamente arginati, a anche se si sono prolungati fino all’inizio della raccolta.
Un discorso a parte merita la provincia di Lecce dove ci sono aree di buona produzione anche dal punto di vista qualitativo, mentre altre con scarsi volumi dovuti alla naturale scarica o a seri danni da malattie. Il range delle variazioni percentuali della provincia è quindi vastissimo. Anche nelle zone di ci si attendeva un’ottima carica, come nella zona ad est della provincia, la campagna olivicola già nella fase di fioritura ha presentato problemi di cascola dei fiori dovuti ai forti venti. La provincia non è certo stata esente né da attacchi di mosca né da quelli di altre patogene. Da ricordare, inoltre, che la produzione è praticamente nulla nelle aree colpite da Xylella.
Calabria (-35%). Per la Calabria si prevede una forte contrazione produttiva, sia rispetto alla precedente campagna, sia rispetto alla media delle ultime annate. I problemi si sono presentati già in fase di allegagione e sono proseguiti con il clima estivo che ha favorito gli attacchi di patogene, come mosca e tignola, compromettendo anche la qualità del prodotto.
Particolarmente penalizzata la provincia di Reggio Calabria dove ci sono zone con una produzione che va dallo scarso al nullo, ed altre dove, invece, si hanno volumi soddisfacenti dati i vincoli stagionali che hanno condizionato il settore olivicolo in tutta la Penisola.
Nella zona del Basso Ionio, si è avuta una fioritura disomogenea, con un successivo freddo prolungato ed un repentino cambio di temperature che hanno creato problemi in fase di fruttificazione. Qui la siccità ha creato problemi in fase di fruttificazione.
Nell’alto Ionio già nella fase di post allegagione ci sono stati attacchi di tripide che hanno provocato cascola di frutticini. Alla perdita di prodotto ha contribuito anche il forte vento. La fruttificazione è stata, invece caratterizzata da intense precipitazioni alternate a giornate di caldo afoso: clima ideale per lo sviluppo della mosca. Ad agosto, inoltre c’è stata cascola di olive.
Nella zona tirrenica della provincia si è avuta già una fioritura scarsa dovuta alla forte piovosità che si è manifestata anche nelle fasi successive e che ha provocato attacchi parassitari. Anche nel Catanzarese la produzione di quest’anno è stata condizionato da eventi sfavorevoli che vanno dalla più classica delle alternanze tra carica e scarica ai pesanti attacchi di parassitari.
Nella zona di Lametia ad esempio è annata di scarica, mentre a Maida e nelle zone collinari ci sono state gelate prima e troppa siccità poi. Meno sfavorevole sembra essere la situazione in provincia di Cosenza dove, seppur con una certa difformità sul territorio, le perdite sono limitate ed anzi in alcune aree che lo scorso anno avevano presentato una forte scarica, quest’anno stanno esitando volumi addirittura maggiori. Nel Crotonese i volumi di olio potrebbero oscillare intorno a quelli dello scorso anno, ma risultano comunque inferiori rispetto alla media. Male, invece in provincia di Vibo Valentia.
Sicilia (-22%). In Sicilia si prospetta una contrazione produttiva più contenuta rispetto a quella di Puglia e Calabria. La situazione di quest’anno si può riassumere con una produzione scarsa dovuta, in alcuni areali, alla siccità persistente e in altre al clima umido che ha favorito un anomalo e massiccio sviluppo della mosca che ha iniziato a manifestarsi già da luglio. Alle intemperie climatiche si è aggiunta anche l’alternanza che ha caratterizzato ad esempio la provincia di Agrigento e quella di Palermo. A ridimensionare un po’ le perdite c’è la provincia di Trapani, o almeno alcune aree. La fioritura è stata mediamente buona grazie al fatto che a predominare era la fase di carica. Tra il discreto e l’ottimo, a differenza del resto della regione, anche l’allegagione sebbene anche qui la mosca abbia causato danni.
Scarsa produzione rispetto allo scorso anno anche nella parte orientale dell’Isola a partire dalla provincia di Catania. Anche in questa zona l’alternanza si è manifestata con la scarica nella zona Etnea mentre è annata di carica nella Piana di Catania anche se la forte presenza di oliveti irrigui ha ridotto notevolmente l’effetto dell’alternanza. In generale le condizioni climatiche sono state positive fono a maggio poi le scarse piogge e la prolungata siccità estiva hanno compromesso l'allegagione e la fruttificazione. A ciò si sono uniti gli attacchi parassitari, prima di tignola, poi di mosca e per salvare il più possibile le olive si è anticipata molto la raccolta. Situazione analoga nel Messinese.
Nel Ragusano sono soddisfacenti le rese e anche sulla qualità si nutrono ancora buone aspettative anche per il forte anticipo di raccolta. Nel Siracusano in alcune zone c’è assenza di produzione ma in generale c’è una buona attesa, dati i parametri medi della stagione, sulla qualità.
Molise (-30%). In Molise l’andamento climatico è stato particolarmente avverso, unitamente ai forti attacchi di mosca, che hanno determinato un’ulteriore contrazione produttiva rispetto a quella già delineata.
Nella regione se da una parte continua a crescere l’adesione alla coltivazione bio o integrata, dall’altra si assiste anche al fenomeno dell’abbandono o comunque alla riduzione delle operazioni colturali per abbattere i costi.
Basilicata (-45%). Quest’anno la campagna olivicola si presenta molto più che scarsa con perdite che in alcune aree superano il 60%. Anche qui clima e attacchi parassitari hanno condizionato una stagione a dir poco difficile.
Campania (-40%). In tutte le principali aree del Salernitano (Cilento costiero, Colline Salernitane, Vallo di Diano ed Alto e Basso Tanagro), l’annata olivicola in corso, è da ritenersi scarsa a livello quantitativo con qualche riserva anche sulla qualità. Tale situazione è da ricondurre alle avverse condizioni climatiche che hanno influenzato, in negativo, sia il processo di fioritura che di allegagione. Sono poi sopraggiunti forti attacchi di mosca. Situazione analoga nella altre province campane.
Sardegna (+30%). Per la Sardegna, dopo la scarsa produzione 2013, si prospetta una campagna in positivo. A causa però della siccità dei mesi di luglio, agosto, settembre e i primi di ottobre le aspettative, seppur buone, si sono ridimensionate rispetto alle fasi iniziali delle sviluppo vegetativo. Il clima comunque non proprio favorevole già dai primi di ottobre ha favorito fenomeni di cascola che hanno indotto i produttori ad anticipare la raccolta.
Toscana (-40%). Per la Toscana l’annata produttiva può essere definita pessima, perché presenta una forte contrazione rispetto alla precedente. L'andamento climatico mite dell'inverno ha creato le condizioni per una fioritura anticipata, mentre le piogge ripetute ed abbondanti, con conseguente abbassamento delle temperature nei mesi di giugno e luglio, hanno causato scarsa allegagione. Nel mese di luglio la pioggia e l'alto livello di umidità hanno favorito un rapido accrescimento delle drupe favorendo, al contempo, un attacco della prima generazione di mosca olearia che, da quel periodo in avanti, non si è mai arrestato mettendo in seria difficoltà gli olivicoltori, che non sempre sono intervenuti con opportuni trattamenti anche in considerazione dei costi da sostenere. I primi dati sulle rese sono comunque poco confortanti. Peraltro, anche in sede di raccolta sarà tutto da verificare quanto peserà, vista l’annata, la decisione di non procedere alla raccolta.
Umbria (-45%). In Umbria questa può essere definita una delle annate peggiori degli ultimi decenni. Le eccessive piogge ed il poco sole nei momenti decisivi hanno impedito che la fioritura si svolgesse in condizioni ottimali. Le continue piogge e l’umidità hanno, poi, compromesso quasi ovunque anche l’allegagione, tranne che nelle zone collinari più alte. Le piogge estive, ripetute e intense, hanno da un lato favorito un buono sviluppo dalle drupe ma dall’altro hanno creato terreno fertile per gli attacchi di mosca già sul finire del mese di luglio. A questa generazione anticipata del parassita ne sono seguite altre. Anche per l’Umbria va sottolineato che su molti oliveti non gestiti in modo professionale non si sono effettuate particolari azioni di difesa contro la mosca. La scarsa produzione ed una qualità non sempre in linea con le aspettative potrebbe ulteriormente scoraggiare i produttori dal raccogliere. Intanto anche le rese stentano a soddisfare gli operatori.
Lazio (-37%). Complessivamente la stagione può definirsi pessima per la coltura dell’olivo su tutto il territorio regionale. Il livello di produzione atteso è assolutamente insoddisfacente se paragonato allo scorso anno. Alcune strutture probabilmente non apriranno per assenza di prodotto. Oltre l’aspetto quantitativo il 2014 si presenta assolutamente negativo dal punto di vista qualitativo a causa dei numerosi attacchi della mosca olearia che hanno determinato cascole anticipate delle drupe. I primi attacchi si sono verificati già alla fine del mese di luglio per continuare successivamente nei mesi di agosto, settembre ed ottobre. L’andamento stagionale anomalo sia dal punto di vista delle precipitazioni che delle temperature registrate ha infatti determinato uno sviluppo notevole della mosca, la quale ha potuto svolgere più cicli tra i mesi di luglio ed ottobre.
Marche (-45%). Le Marche sono in linea con il resto del Centro Italia. L’annata si presenta scarsa essenzialmente a causa delle condizioni climatiche e dei parassiti. Qualche timore anche sulla qualità del prodotto e molto si confida sulla capacità dei frantoi di lavorare le olive nei tempi ottimali per salvaguardare la qualità. Anche qui i problemi si erano palesati già con la fioritura, molto più scarsa della media soprattutto nella provincia di Ascoli Piceno. Pioggia e umidità hanno inciso negativamente anche sull’allegagione e sono sopraggiunti ripetuti e virulenti attacchi di mosca. Ad essere particolarmente colpite sono state le aree litoranee, mentre nelle zone interne si sono registrati attacchi di minore intensità. Sul fronte qualitativo, nelle Marche ma come nel resto della Penisola, la partita è sicuramente a favore di coloro che sono stati attenti e tempestivi nei trattamenti, mentre per gli altri sarà difficile avere un prodotto in linea con le aspettative.
Abruzzo (-45%). In tutte le aree olivicole della regione la campagna produttiva può essere definita pessima. Alla discreta fioritura hanno fatto seguito scarse o pessime allegagione e fruttificazione.
Le piogge primaverili, estese fino ad estate inoltrata con temperature al di sotto delle medie stagionali, hanno influito negativamente sull’allegagione nonché sulla fruttificazione delle drupe. Alcune zone collinari hanno avuto esiti meno negativi perché l’allegagione è avvenuta in un periodo più ritardato, e meno umido, rispetto al resto della regione. Si sono susseguite, inoltre, diverse generazioni di mosca dell’olivo.
Liguria (-45%). La campagna produttiva è decisamente negativa. Le piogge di maggio e il caldo torrido successivo hanno compromesso irrimediabilmente la fioritura e l’allegagione. Le frequenti piogge estive e l’umidità hanno favorito i successivi attacchi di mosca.
Situazione molto critica anche nel Genovese sia perché è l’anno di scarica, sia per gli attacchi di mosca. Anche gli eventi alluvionali della prima decade di ottobre hanno dato un altro colpo ad una situazione già difficile. Molti stanno decidendo di non raccogliere.
Perdite pesanti si registrano in provincia di Imperia, la più importante della regione in termini di incidenza percentuale. Qui i fortissimi attacchi di mosca dell'olivo, e di lebbra dell’olivo hanno ossidazioni, irrancidimenti e quindi perdite quantitative e qualitative notevoli. Produzioni leggermente superiori allo scorso anno possono essere registrate soprattutto nell'entroterra a quote più elevate.
Al Nord si segnala la flessione a due cifre in tutte le regioni che concorrono alla Dop Garda. Veneto e Trentino si stimano al -25% rispetto al 2013, mentre si scende al -30% per la Lombardia. In decisa flessione anche l’Emilia Romagna (-40%) dove si è anticipata di molto la raccolta per preservare le olive da ulteriori attacchi di mosca. Male anche il Friuli Venezia Giulia, mentre una voce fuori dal coro è quella del Piemonte (+30%). Qui la stagione è stata regolare e soprattutto la lotta alle fitopatie è stata tempestiva ed efficace.
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