Il restyling
dei vini Moser
Francesco Moser con l'artista rotaliano Paolo Tait. |
Le etichette hanno sempre avuto un'importanza particolare nel promuovere un vino o una linea di vini alla platea dei wine lover. Molte le cantine che hanno affidato l'immagine dei loro gioielli ad artisti di fama nazionale ed internazionale. Valga per tutti l'esempio della Cantina di Cormòns che nel 1985 - geniale fu l'intuizione di Gigi Soini - commissionò il compito di far conoscere il "Vino della Pace" (inviato poi a tutti i Capi di Stato) a grandi pittori e scultori. Ne cito alcuni: Arnaldo Pomodoro, Enrico Baj, Zoran Music, Salvatore Fiume, Giacomo Manzù, Luciano Minguzzi, Aligi Sassu. Testimonial d'eccezione. Per rimanere in ambito del Trentino Alto Adige merita una citazione Riccardo Schweizer (il Picasso italiano) che disegnò le etichette di Franz Haas e le grappe della Distilleria Pisoni.
Il campione di ciclismo Francesco Moser con il figlio Carlo. |
Le etichette di Paolo Tait e la potenza
ancestrale legata al mondo contadino
In Trentino - ed è notizia di ieri - la Cantina del campione di ciclismo Francesco Moser ha voluto affidare il restyling delle etichette dei vini fermi della linea Warth ad un artista locale, meglio della Piana Rotaliana, Paolo Tait, che esprime la maestosità della natura attraverso il disegno, la grafica, la pittura, la scultura, lo smalto, le tappezzerie con una potenza ancestrale legata alla terra, al mondo contadino, alla vita di tutti i giorni.
Carlo Moser, responsabile della gestione di Maso Warth, e Matteo Moser, l'enologo kellertmiester della cantina, hanno voluto caratterizzare con un'impronta ancor più decisa la selezione dei sette vini fermi del marchio Warth per valorizzare il terroir delle colline di Trento Nord perennemente baciate dall'"Ora" del Garda, il vento a tratti anche impetuoso che accarezza i vigneti che si affacciano sulla Valle dell'Adige e le terrazze della Valle di Cembra.
Sette etichette che raccontano un'identità, una passione, un'ambizione
Le sette etichette Maso Warth raccontano l’identità, la passione, l’ambizione della famiglia Moser. Paolo Tait le ha disegnato con un tratto netto, deciso e distintivo. L'obiettivo: "vestire di belle zza" i vini fermi della cantina. Vini eleganti, freschi, sapidi che raccontano una storia antica in sintonia con la filosofia di Paolo Tait.
"I vini Warth sono una sincera espressione della nostra terr a e dello stile che da sempre ci caratterizza e ci rappresenta. Ecco perché abbia mo voluto che anche la veste e stetica delle bottiglie evocas se questa tensione" ha commemtato Carlo Moser, il figlio del campione di ciclismo Francesco, che oggi si occupa della gestione della Cantina. "Il logo Warth disegnato da Pa olo Tait è un tratto solcante, deciso e profondo. E' il frutto di un singolo gesto energico e veloc e, ma che porta con sé il peso sedimentario della produzione artistica di un'intera vita. Un segno inconfondibile che in carna il carattere dei nostri vini".
Warth è il toponimo delle antiche mappe catastali austro-ungariche
Il nome "Warth" è il toponimo delle antiche mappe c atastali austro-ungariche ed indica lo splendido anfiteatro di vignet i situato sulla collina di Gar dolo che si affaccia sulla città di Tre nto.
Qui è situato il cuore produttivo dell’azienda Moser, costituito dalla moderna canti na per l’affinamento, i locali per lo stoccaggio e la sala degust azione. I vini fermi Warth app artengono alle denominazioni T rentino Doc e Vigneti delle Dolomiti I gt e comprendono Moscato Giallo, Gewürztraminer, Riesli ng Renano, Müller Thurgau, Lagrei n, Teroldego e la sua Riserva "Rubro". Nelle varie tipologie si nota la mano sapiente di Matteo Moser, enologo, agronomo e kellermeister. Un tocco magico che emerge in ogni bottiglia con estrema coerenza. "Alla base di ognuno dei sette vini della linea Warth - ribadisce Matteo Moser - c’è la volontà di esaltare le caratteristiche intrinseche del territorio in cui nascono le uve. Per quest o motivo riteniamo la ricerca enologica verso il pieno rispe tto della materia prima e all’equilibrio in fase di fe rmentazione, vinificazione e a ffinamento. Questo è lo spirit o della nostra storia vinicola, l’anima del n ostro fare, l’identità Moser.
Piacevolissimi il Moscato Giallo secco e il Riesling Renano
In occasione della presentazione delle nuove etichette di Paolo Tait abbiamo assaggiato il Moscato Giallo 2021, un bianco secco che ricorda il classico vino da aperitivo degli anni Settanta-Ottanta quando ancora non si era affacciato sul mercato in maniera prepotente il Prosecco. Un vino aromatico, fresco sapido, balsamico dalle tipiche "nuances" vegetali (salvia, ortica, peperone) e un piacevole sottofondo di pietra focaia.
Piacevolissimo anche il Riesling Renano nella versione giovane, annata 2020: fresco, sapido, elegante. Complesso ed evoluto nelle versioni d'annata (2017 e 2013) ideale per accompagnare anche qualche piatto impegnativo.
Di facile beva il Teroldego giovane, austera la Riserva "Rubro"
Discorso a parte merita il Teroldego prodotto nei vigneti dei Sorni (Lavis). Vino dal colore impenetrabile, quasi tenebroso, di facile beva nella versione giovane ( 2021) con la marasca che delizia il palato. Più complessa ed austera la Riserva "Rubro" 2018 con quelle note speziate di cioccolato e caffè che esaltano i grandi piatti della cucina trentina: carni, brasati e selvaggina. Lo chef del Ristorante "Vecchia Sorni" Lorenzo Callegari ce lo ha proposto con la spalla di manzo, salsa al Teroldego e purè di sedano rapa. Un gran piatto al pari dello sformato di zucca con crema al Trentingrana e sciroppo di mela cotogna proposto con il Gewürztraminer Maso Warth. In alto i calici.
Giuseppe Casagrande
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