MOÉCHE E MAS´ENÉTE:
RICERCATE SPECIALITÀ
DELLA CUCINA
VENEZIANA
Tenere e delicate prelibatezze della laguna veneta,
celebrate fritte in croccante doratura
come tradizione comanda, le moleche sono
tutt’oggi un’esclusiva risorsa locale da promuovere e preservare nel tempo.
“Ci sono due tipi di molecanti: i veri abili molecanti
e i meno abili, presunti tali”
Si racconta dei pescatori della laguna veneta come i
più abili osservatori dei cicli biologici delle varie specie ittiche presenti
in laguna, e particolarmente capaci nello sfruttare al massimo le condizioni
climatico geografico locali, tali da essere considerati, fin dalle più remote
origini, gli unici pescatori attivi in Italia ad aver avviato la coltura delle
moleche.
Produzione e tradizione
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MASANETA |
La
coltura delle moleche è esercitata esclusivamente da una minoranza di esperti
pescatori della laguna veneta, ed è svolta nel rispetto di usi e tradizioni
locali. Per questo motivo non sarebbe molto indicato, definire meccanicamente
produzione, l’insieme delle fasi che ne determinano il prodotto finale. Questa
particolare attività, infatti, è il sommarsi di una prima fase di pesca dei
granchi nei bassi fondali lagunari attraverso il sistema delle reti da posta
fisse, chiamati localmente cogòi, ad una seconda fase d'acquacoltura estensiva.
In origine si inizia quindi con la pesca del granchio comune, carcinus
aestuari, la specie di granchio più diffusa nel Mediterraneo, dove è conosciuto
anche con il nome di granchio verde, carcinus mediterrraneus. Da questo momento
in poi, tutto si basa sulla mutazione che esso compie periodicamente per
crescere, secondo il suo ciclo biologico naturale, che lo vede spogliarsi del
vecchio carapace, il duro rivestimento calcareo, rimanendo per poco tempo
tenero e molliccio. Secondo la fase di muta in cui si trova, esso è localmente
chiamato granso bon quando è prossimo alla muta, spiàntano quando è imminente a
lasciare il carapace, capelùo durante la muta e moleca appena compiuto la
mutazione, quando è libero della vecchia scorza rigida che lo rivestiva
completamente.
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MOECHE FRITTE |
In questo frangente, il granchio comune è preso seriamente in
considerazione e promosso da commestibile a pregiata leccornia. La coltura
delle moleche è stagionale, con punte in primavera ed autunno, sviluppandosi in
simbiosi al ciclo biologico dei granchi, che a fine marzo, ovvero localmente in
Quaresima, entrano nelle tiepide acque lagunari ricche di nutrienti, per la
stagione della riproduzione, ritornando in mare aperto verso settembre-ottobre.
Altrettanto ricercata e gustosa è la mazàneta, la femmina del granchio, che
all’interno del suo addome può celare le uova fecondate, ovviamente reperibile
solo in stagione autunnale; quando i granchi, assieme ad altre specie ittiche
“migranti” ritornano in mare aperto. Il periodo in cui avviene questa consueta
migrazione, è localmente da sempre chiamato in Fraìma.
Gransi mati, moleche e molecanti
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GRANCHIO |
Durante
la prima fase di pesca in aperta laguna, avviene la prima e importante cernita
a cura del molecante, che selezionerà i gransi boni e gli spiantani, rigettando
in acqua i gransi mati, cioè i granchi che si presume non muteranno. La
straordinaria abilità del pescatore pregiato di questo titolo, permette al solo
sguardo di interpretare la colorazione e le fessure del carapace, tale da
capire se il granchio muterà diventando moleca o se non lo farà per niente: dei
quintali pescati, alla fase d’acquacoltura estensiva non si avvieranno che
poche decine di chili.Presso i vivai, collocati sempre in zone riparate dai
venti e a buon ricambio d’acqua, i gransi boni e gli spiàntani sono
separatamente ospitati all’interno dei vieri; appositi contenitori di forma
quadrata, rettangolare oppure ottagonale, lasciati penzolare a giusta altezza
dalle strutture dei vivai fino a galleggiare in acqua. Ogni giorno e per più
volte, il molecante visionerà i vieri: seguirà la cernita delle altre fasi
della muta dei granchi, eliminerà gli esemplari morti e i carapaci, e
soprattutto preleverà le moleche pronte. Benché sia stagionale, quella delle
moleche è un’attività molto impegnativa e variabile, minacciata oggi da alcuni
fattori, fra cui l’inquinamento e l’attività legata alle vongole veraci.
Consigli per la degustazione
Magra
e ricca di proteine nobili, la moleca contiene buone quantità di sali minerali,
come ferro, calcio, fosforo, iodio e vitamine del gruppo B: se non fosse per la
tradizione culinaria, che le vuole fritte, sarebbero più light di alcuni
crostacei, come aragoste e gamberetti. Si consiglia di acquistarle vive e di
farle nuotare in un mare di uova sbattute. Ingorde, assorbiranno tutto il
liquido fino ad essere pronte per l’infarinatura ed un tuffo nell’olio
bollente! Più semplice e delicato invece, prima della frittura, un unico
passaggio su candida farina o pastella per frittura. Da servire accompagnate
con polenta bianca.
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