martedì 27 maggio 2025

Berberè 1.certificato Safe Space per i diritti LGBTQIA+

 

Non solo pizza: Berberè primo locale italiano certificato Safe Space per i diritti LGBTQIA+

Non solo pizza: Berberè primo locale italiano certificato Safe Space per i diritti LGBTQIA+

Berberè è la prima realtà commerciale italiana a ricevere la certificazione Safe Space dalla Stonewall Inn Gives Back Initiative per un percorso di inclusione attivo dal 20

10: formazione, bagni gender-free, linguaggio inclusivo e sostegno a D.I.R.E. «L’inclusione non è una moda, è la nostra ricetta»

di Mauro Taino
Redattore

Non solo pizza: Berberè primo locale italiano certificato Safe Space per i diritti LGBTQIA+

Berberè è la prima realtà in Italia, e tra le prime a livello globale, a ottenere la certificazione Safe Space dalla Stonewall Inn Gives Back Initiative, organizzazione no-profit nata dallo storico locale newyorkese simbolo della liberazione LGBTQIA+. Il riconoscimento conferma l’orientamento di un’impresa che dal 2010 costruisce ambienti accoglienti e rispettosi, sia per il proprio personale sia per le persone che frequentano i suoi locali. Come spiegano i fondatori Matteo e Salvatore Aloe, «rispetto e cura sono alla base del nostro modo di fare impresa. Per noi, accogliere davvero significa costruire luoghi dove ognun* possa sentirsi ascoltat* e rispettat*, senza distinzione di genere, orientamento o provenienza». I due imprenditori aggiungono: «questa certificazione non è un traguardo, ma un punto di partenza per continuare a costruire luoghi aperti, rispettosi e inclusivi per tutt*».

Berberè, impegno quotidiano: comunicazione e accessibilità

L’ottenimento della certificazione è il risultato di un percorso avviato fin dalla fondazione del marchio, in collaborazione con l’agenzia bolognese Comunicattive. Negli anni, Berberè ha strutturato al proprio interno una serie di azioni diventate prassi aziendali, culminate nel 2024 con una formazione rivolta a tutte le persone del team contro la violenza linguistica e con l’introduzione di una policy antiviolenza presente in ogni sede. Il sito ufficiale di Berberè ospita una sezione dedicata al whistleblowing, che consente di segnalare comportamenti scorretti in modo anonimo e protetto, in linea con un approccio improntato alla trasparenza e al rispetto.

Non solo pizza: Berberè primo locale italiano certificato Safe Space per i diritti LGBTQIA+

Salvatore (a sinistra) e Matteo Aloe, fondatori di Berberè

L’attenzione verso l’inclusione si riflette anche in scelte concrete e quotidiane. Da tempo Berberè sostiene D.I.R.E. - Donne in Rete contro la violenza, promuovendo i Centri antiviolenza attraverso campagne informative e materiali cartacei presenti nei locali: adesivi, cartoline e cartoni per la pizza contengono QR code che indirizzano verso il CAV più vicino. Anche la comunicazione adotta un linguaggio gender-neutral, con l’uso dell’asterisco e formule inclusive online e offline. Nei ristoranti, i bagni sono segnalati in modo gender-free, coerentemente con una visione accessibile e non discriminatoria degli spazi.

Berberè, una birra per raccontare i diritti: la Stonewall Inn IPA

Il percorso che ha portato alla certificazione Safe Space include anche la collaborazione con Brooklyn Brewery, culminata nel lancio della Stonewall Inn IPA. Si tratta di una birra simbolo del progetto Create Space, nato per incentivare la creazione di spazi sicuri nel mondo della birra artigianale. Berberè, attraverso queste iniziative, non si limita a un approccio dichiarativo, ma costruisce progressivamente un modello culturale che integra inclusione, trasparenza e sicurezza, nella convinzione che la ristorazione possa essere anche un luogo di educazione e cambiamento sociale.

Berberè, l'intervista a Salvatore Aloe

Cosa ha significato per voi ricevere la certificazione Safe Space da parte della Stonewall Inn Gives Back Initiative?
È stato un momento importante per dare riconoscimento a un impegno che ci accompagna fin dall’inizio, e che è cresciuto insieme a Berberè. Abbiamo sempre sentito il bisogno di costruire spazi realmente più sicuri e inclusivi. Oggi il nostro team è giovane - l’età media è sotto i trent’anni, anche nei ruoli manageriali - e rappresenta oltre 48 nazionalità. In un contesto così vario, per noi è fondamentale garantire un ambiente dove le persone possano crescere, non solo sul piano professionale, ma anche nel rispetto della propria identità e appunto sentirsi a proprio agio sempre.

Quali sono stati i passi concreti che avete compiuto nel tempo per costruire un ambiente davvero inclusivo e sicuro?
Abbiamo fatto tantissime cose, a partire dal mettere in discussione gli automatismi culturali: da lì, insieme a Comunicattive, agenzia di comunicazione e marketing specializzata in comunicazione di genere, abbiamo creato una policy antiviolenza scritta e attiva in ogni sede, attivato corsi interni, lavorato sul linguaggio, introdotto una piattaforma di whistleblowing. È un lavoro continuo che incrementiamo giorno dopo giorno ascoltando anche le esigenze di chi lavora con noi.

Non solo pizza: Berberè primo locale italiano certificato Safe Space per i diritti LGBTQIA+

Salvatore Aloe, presidente di Aloe

Come si declina nella quotidianità lavorativa questo impegno?
Nel modo in cui ci si parla, ci si guarda, ci si ascolta. In cucina, in sala, durante un colloquio. È un’attenzione costante, che passa dalle piccole cose: sapere che puoi essere te stess* senza doverti giustificare o spiegare.

Come avete coinvolto il team interno in questo processo di consapevolezza e formazione?
Abbiamo attivato un percorso formativo lavorando sul senso di responsabilità collettiva e diffusa e anche sull’utilizzo dei messaggi, per esempio su alcune scelte di declinazione, cerchiamo sempre di spiegare e condividere.

Berberè, Aloe: la comunicazione è uno strumento potente

In che modo collaborate con realtà esterne, come Comunicattive o i Centri Antiviolenza D.I.R.E., per tradurre i vostri valori in pratiche quotidiane?
Il progetto è iniziato proprio con Comunicattive fin dalla nostra fondazione nel 2010: con loro abbiamo costruito percorsi di formazione e confronto. Nel 2024, ad esempio,  abbiamo avviato, all'interno del piano di formazione rivolto al personale tutto, alcuni più approfonditi destinati al management dell’azienda, con lo scopo di riflettere sulle diverse forme di discriminazione e violenza che si manifestano attraverso il linguaggio, tra cui sessismo, abilismo, razzismo e omolesbobitransfobia. Un altro passo importante è stata la collaborazione con la rete D.I.R.E., che sosteniamo tutto l’anno. Con loro abbiamo lanciato la campagna permanente “La violenza di genere non è sul menu”: vogliamo che le nostre pizzerie siano un punto di riferimento sicuro anche per chi cerca aiuto. Per questo, oltre a materiali informativi visibili in sala, usiamo anche strumenti più diretti come i cartoni della pizza, le cartoline e gli sticker. L’obiettivo principale della campagna è dare informazione sui centri D.I.R.E più vicini in modo diretto.  Se anche solo una persona riesce a trovare un contatto utile grazie a questi strumenti, per noi è già una vittoria.

Quali sono stati gli ostacoli o le resistenze che avete incontrato lungo il percorso e come li avete affrontati?
L’ambiente influisce su pensieri e abitudini; anche sui nostri comportamenti. Pertanto, il nostro desiderio non è cambiare le persone, ma creare uno spazio sensibile in cui ognuno possa sviluppare apertura verso altr*, così da alimentare azioni basate sul rispetto reciproco. Lavoriamo sodo e ci teniamo molto affinché nelle nostre pizzerie, tutti si sentano al sicuro attraverso uno sguardo aperto e inclusivo.

Non solo pizza: Berberè primo locale italiano certificato Safe Space per i diritti LGBTQIA+

Berberè: la comunicazione è uno strumento potente

L'inclusività passa anche attraverso il linguaggio: quanto è stato importante per voi adottare una comunicazione gender-neutral?
Molto. È uno strumento semplice, ma potente: sono convinto che il modo in cui parliamo racconti chi siamo e per questo, tutte le comunicazioni di Berberè adottano un linguaggio plurale e alcuni accorgimenti necessari per essere rispettosi e aperti verso tutti. Come dicevo prima, il nostro team assomiglia ad un melting pot culturale: è anche per questo che Berberè si distingue per la sua attenzione alla comunicazione plurale e alla rappresentazione rispettosa delle diversità. Ogni giorno, nei nostri locali, proponiamo un immaginario plurale e accogliente: dai bagni gender neutral agli zerbini "Benvenut*" con l'asterisco, fino all'uso di un linguaggio privo di maschili sovra estesi in tutti i suoi strumenti di comunicazione. Tutte cose già previste dalla lingua italiana, nulla di strano. 

Come reagiscono i clienti alla vostra proposta inclusiva, dai cartelli nei bagni alle campagne di sensibilizzazione?
Sono molti quelli che fanno domande, e questo per noi è un buon segno. Poi, come in tutte le cose, c’è chi polemizza o strumentalizza in senso negativo. Ripeto, la nostra intenzione non è fare cambiare idea alle persone o fare forzature, ci interessa principalmente se non solo il benessere delle nostre persone e delle persone che vengono a trovarci.

Berberè, Aloè: la certificazione è un punto di partenza

La certificazione Safe Space è solo un punto di partenza: quali nuovi progetti o azioni state pianificando per il futuro?
Questo approccio è esteso a tutte le nostre pizzerie ed è basilare nella formazione del team e dei futuri manager: in futuro continueremo ad implementare questo aspetto che consideriamo identitario e irrinunciabile e doveroso, visti anche i tempi che corrono.

Cosa consigliate ad altre aziende del settore food (e non solo) che vogliono intraprendere un percorso simile al vostro?
Di iniziare dall’ascolto delle persone. Non c’è nulla di complesso, ma basta fare un passo alla volta insieme a chi è deputato ad occuparsi di questi temi in modo professionale e serio, come per l’appunto Comunicattive. L’importante è non farlo per moda o marketing o che ne so, l’impegno deve essere vero coerente e per sempre. Si tratta di non ferire persone, le tue persone.

Non solo pizza: Berberè primo locale italiano certificato Safe Space per i diritti LGBTQIA+

Lo staff di Berberè

In un contesto sociale sempre più polarizzato, che ruolo pensate debba avere un'impresa nella tutela dei diritti e delle diversità?
Credo che un’impresa abbia una grande responsabilità e dovrebbe impostare la propria governance su una grammatica non stereotipata. Gli stereotipi, infatti, tendono ad amplificare opinioni sociali parziali, errate e intrise di pregiudizi, ostacolando di fatto la possibilità di un concreto cambiamento culturale e sociale. Per assurdo, negli ultimi tempi, la politica fa gran uso di queste pratiche che stereotipano e polarizzano quando dovrebbe fare il contrario. Quindi a maggior ragione le imprese e i brand hanno un ruolo fondamentale.

Via Pio La Torre, 4b 40013 Castel Maggiore (Bo)
Tel +39 051 705715
 

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