La ristorazione in catena non solo tiene il passo, ma accelera. Tra il 2023 e il 2024 i dipendenti diretti delle aziende associate ad Aigrim-Fipe - l'associazione che rappresenta le imprese di grande ristorazione e servizi multilocalizzati - sono aumentati di circa 2mila unità, passando da 23.500 a oltre 25mila (+8,5%). Allo stesso tempo sono cresciuti anche i punti vendita, saliti da 2.300 a oltre 2.500, con un incremento del 9%. Un segnale forte, che arriva in un momento di trasformazione profonda per l'intero comparto e che rimette al centro le persone, vera leva strategica per affrontare le sfide del presente e costruire il futuro.
La fotografia scattata da Aigrim-Fipe evidenzia come la crescita sia distribuita sia tra i locali gestiti direttamente sia tra quelli in franchising. Un'espansione che si inserisce in un trend occupazionale positivo a livello nazionale: secondo i dati Fipe aggiornati a marzo 2025, l'intero comparto della ristorazione ha registrato un aumento del 5% dell'occupazione rispetto all'anno precedente. Ma a trainare davvero il settore sono soprattutto il fuori casa e le catene, sempre più protagoniste del panorama ristorativo italiano.
L'Italia tra i leader mondiali del Foodservice
Il mercato, infatti, si sta consolidando e l'Italia si conferma tra i leader mondiali del Foodservice. Nel 2024 il valore del comparto ha toccato gli 83 miliardi di euro, segnando un ritorno alla stabilità dopo la fase post-pandemica di rebound. In questo contesto, il nostro Paese si è classificato quarto a livello globale per il Full service restaurant (Fsr) e quinto per il Quick service restaurant (Qsr). Se è vero che le catene in Italia rappresentano ancora solo il 10% del totale - contro una media globale del 35% - è altrettanto vero che la loro crescita è più rapida: +8,7% contro il +7,1% a livello mondiale e il modesto +0,4% fatto registrare dagli operatori indipendenti italiani. Lo evidenzia l'ultimo report “Deloitte Foodservice Market Monitor - 2025 Edition”, presentato al Foodservice Summit Italy.
Sempre più giovani attratti dalla ristorazione in catena
Accanto ai numeri, è interessante osservare anche lo spaccato demografico del settore rappresentato da Aigrim-Fipe. Nonostante il contesto nazionale segnato dal calo delle nascite e dall'invecchiamento della popolazione, le aziende associate contano una forza lavoro composta per quasi il 40% da under 30, mentre gli under 40 superano il 60% del totale. Un dato che racconta quanto la ristorazione in catena stia diventando un ambiente attrattivo per i giovani, anche grazie a reali possibilità di crescita e formazione. Ma non finisce qui: significativo anche il trend dei lavoratori over 50, oggi pari al 25%, spesso persone in uscita da altri settori in difficoltà o in cerca di una seconda chance lavorativa.
Contratti, tutele e flessibilità: cosa rende
oggi più attrattiva la ristorazione in catena
Un quadro in evoluzione, quindi, dove il lavoro nella ristorazione torna a essere percepito come un'opportunità concreta e strutturata. A sottolinearlo è anche Riccardo Orlandi, presidente dell'associazione: «Formazione, opportunità di crescita e stabilità contrattuale: potremmo partire da queste parole per indicare alcuni degli elementi di maggiore attrattività occupazionale del settore ristorativo così come rappresentato dalle aziende Aigrim-Fipe» spiega.
«Le persone sono oggi l'asset più importante e ricercato nella ristorazione, una sfida complessa che negli anni passati ci ha messo alla prova e che oggi vede una progressiva inversione di rotta, grazie agli incentivi che il Ccnl e le singole aziende del comparto offrono per controbilanciare il carattere labour intensive insito nel settore e che comprendono tutele, flessibilità, inclusività e incrementi socio-economici. E i trend di crescita non sono che una prova chiara di queste rinnovate condizioni e di un mutamento, finalmente, nella percezione del lavoro nel comparto e delle opportunità che realmente offre» conclude Orlandi.
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