domenica 26 ottobre 2025

Fisar, l'Italia del vino che fa squadra

Congresso Fisar 2025, 

l'Italia del vino 

che fa squadra

Il Congresso Nazionale Fisar 2025 a Roma ha riunito esperti e istituzioni per discutere il futuro del vino italiano. Al centro: collaborazione tra sommelier e produttori, valorizzazione delle denominazioni e comunicazione

ICongresso Nazionale Fisar 2025, svoltosi a Roma presso la Biblioteca della Camera dei Deputati, ha rappresentato un importante momento di confronto per il mondo del vino italiano. L’evento ha riunito produttori, sommelier, istituzioni e professionisti del settore per discutere il futuro della filiera vitivinicola nazionale, la necessità di rafforzare la comunicazione vino italiano e la collaborazione tra le diverse realtà del comparto. Tra i temi principali emersi: la valorizzazione dei territori, la formazione delle nuove generazioni e la costruzione di una rete solida a sostegno del vino come simbolo di cultura, identità e crescita economica. Il tutto in un periodo molto delicato per un settore che cresce ma che deve fare i conti con alcune problematiche, come i dazi Usa.

L’incontro della Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori, intitolato "Il vino come strumento di valorizzazione del Made in Italy",  ha visto la partecipazione di importanti figure del panorama vitivinicolo nazionale. L’obiettivo principale è stato quello di evidenziare il ruolo strategico del vino nell’economia e nella cultura italiana, sottolineando la necessità di una comunicazione più efficace e di una collaborazione tra tutte le componenti della filiera.

Riccardo Cotarella e l’appello all’unità del settore

Nel suo intervento inaugurale, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, ha sottolineato che il vino sta attraversando «un momento di riflessione e revisione», ma non di crisi. Secondo Cotarella, la forza del vino italiano risiede nella sua capacità di rigenerarsi, anche Dopo le difficoltà, grazie a una lunga storia di eccellenza e biodiversità. È stato ricordato come l’Italia sia «il più grande produttore al mondo e il più ricco di territori e culture vinicole».

Congresso Fisar 2025, l'Italia del vino che fa squadra

Il presidente di Assoenologi Riccarco Cotarella

Cotarella ha evidenziato l’importanza di fare squadra e di comunicare in modo più efficace il valore e l’identità del vino italiano, considerato un «patrimonio unico» e una componente essenziale dell’anima e della cultura del Paese.

Roberto Donadini: cooperazione 

tra le associazioni di sommelier

Il presidente nazionale FisarRoberto Donadini, ha posto l’accento sulla necessità di «fare rete tra le associazioni di sommelier del vino». Questa collaborazione, ha spiegato, è oggi una necessità concreta per affrontare le sfide del futuro e promuovere una cultura del bere consapevole e di qualità.

Congresso Fisar 2025, l'Italia del vino che fa squadra

Roberto Donadini, presidente Fisar

Donadini ha ribadito che solo unendo le forze tra formazione, ristorazione e produzione sarà possibile valorizzare appieno il patrimonio enologico italiano. Fisar, ha sottolineato, è impegnata nel formare sommelier capaci di raccontare il vino con competenza e responsabilità, in stretta collaborazione con istituzioni e associazioni del settore.

Il contesto economico e le sfide del mercato vitivinicolo

Il congresso si è svolto in un periodo di trasformazione per il mercato del vino, segnato da nuovi dazi statunitensi e da un temporaneo rallentamento dell’export. I dati Ismea mostrano come gli importatori americani abbiano anticipato gli ordini nei primi mesi dell’anno, generando un effetto-scorta che ha alterato i flussi commerciali.

Congresso Fisar 2025, l'Italia del vino che fa squadra

Sull'export del vino italiano pesano i dazi americani

Nonostante ciò, il mercato europeo rappresenta ancora circa il 40% delle esportazioni complessive, segno di una filiera vitivinicola solida e resiliente. Più che una crisi, il settore attraversa una fase di riequilibrio che richiede una comunicazione più chiara e coordinata, capace di valorizzare il ruolo del vino come ambasciatore del Made in Italy nel mondo.

Michele Zanardo: la forza delle denominazioni italiane

Michele Zanardo, presidente del Comitato Nazionale Vini Dop e Igp, ha ricordato che l’Italia conta «oltre 530 denominazioni di origine e più di 500 vitigni autoctoni». Un patrimonio straordinario, ma anche fragile, considerando che solo dieci denominazioni coprono il 50% dell’export complessivo.

Congresso Fisar 2025, l'Italia del vino che fa squadra

Michele Zanardo, presidente del Comitato Nazionale Vini Dop e Igp

Zanardo ha evidenziato la necessità di valorizzare i territori minori, sostenendo la diversità come elemento chiave di competitività. Ha inoltre ricordato che l’Italia è stato uno dei primi Paesi europei a dotarsi di una legge sulle denominazioni nel 1963, un modello che resta oggi un punto di riferimento a livello internazionale. Il vino, ha aggiunto, «non è solo un prodotto economico, ma una forma di civiltà».

L’intervento dello chef Davide Pulejo: 

il valore del fattore umano

Lo chef stellato Davide Pulejo ha concluso il convegno sottolineando l’importanza del fattore umano e della formazione dei giovani. È stato ribadito quanto sia essenziale educare le nuove generazioni al rispetto per il lavoro e alla valorizzazione delle proprie competenze.

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Chef Davide Pulejo

Secondo Pulejo, il cibo e il vino rappresentano due pilastri fondamentali del Made in Italy, e chi li promuove nel mondo agisce da ambasciatore della cultura e dell’identità nazionale. Da questo impegno deve ripartire la crescita del Paese, attraverso la passione, la professionalità e la consapevolezza di ciò che l’Italia può offrire.  

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