Emozioni dal mondo: l'evoluzione
dei concorsi enologici è possibile
Tra i nostri dilemmi di sempre: un vino premiato dagli esperti che costituiscono le giurie di un concorso
otterrebbe lo stesso premio se fosse valutato dai consumatori oppure no?
I concorsi dovrebbero proporre dei modelli di qualità ai consumatori attraverso esperti che sanno valutare il livello della materia prima e la maestria di esecuzione. Non necessariamente questo porta però alla produzione di un vino piacevole.
Diverse nostre ricerche - le prima risalenti addirittura agli anni Novanta - hanno dimostrato che esperti e consumatori hanno idee diverse per quanto riguarda il valore edonico di una bevanda.
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Inutile dire che l'iniziativa ha una valenza scientifica: da essa si potranno ricavare riflessioni importanti sulle divergenze con i tecnici, cogliere indicazioni per sapere quale vino piace di più a chi lo beve per predisporre piani di innovazione tecnologica, verificare modalità per nuovi percorsi di avvicinamento dei consumatori al vino.
Così Emozioni dal mondo , che già si distingueva per il numero dei giudici (in genere oltre sessanta per poco più di 200 campioni), la forte internazionalità delle commissioni e la notevole componente di giurati operanti nel mondo della comunicazione (tanto da poter realizzare anche un premio della stampa) aggiunge ai suoi plus questa nuova iniziativa, superando per inventiva e garanzie verso i produttori ogni altro concorso internazionale. Di chi è il merito? Come ogni vittoria ha molti padri, ma sicuramente tra questi va annoverato il direttore del concorso Sergio Cantoni, un enologo, che fu tra i primi ad applicare l'analisi sensoriale scientifica ai vini.
Per quanti desiderano conoscerlo meglio e iscrivere campioni: www.emozionidalmondo.it
Luigi Odello
luigi.odello@assaggiatori.com
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