martedì 2 settembre 2014

VINO ITALIANO: NEMO PROFETA IN PATRIA

ALL’ESTERO SI BEVE
VINO ITALIANO
PIU’ CHE IN ITALIA

In questi ultimi anni si è verificato uno storico sorpasso delle esportazioni
di vino italiano rispetto al consumo nazionale
Si acquista più vino italiano all'estero che in Italia. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Ismea AcNielsen che evidenziano come dal 2010 in poi siano stati esportati 21,5 milioni di ettolitri di vino a fronte di un consumo nazionale di 21 milioni. Lo storico sorpasso si è consolidato anche nel 2011 con gli acquisti famigliari che sono risultati in calo in quantità dell'1% mentre le esportazioni sono in crescita addirittura del 16 nel primo semestre del 2011.
Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani è stato accompagnato da una maggiore attenzione alla qualità, confermata dal debole incremento dell'1% negli acquisti nei primi otto mesi del 2011. Si tratta del risultato di una tendenza che ha portato praticamente a dimezzare negli ultimi 30 anni in Italia il consumo di vino.
In questi ultimi anni le famiglie italiane hanno speso più per acquistare acqua minerale che vino: con più di 20 euro al mese per famiglia, l'acquisto dell'acqua minerale è diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera il vino per il quale la spesa media mensile è stimata pari a 13/14 euro.
Insieme al cambiamento delle abitudini alimentari a far calare la domanda soprattutto nelle ristorazione sono stati, oltre ai ricarichi eccessivi, le campagne anti alcol e la stretta sulle norme del codice della strada che hanno colpito indiscriminatamente anche il vino che è in realtà caratterizzato da un più responsabile consumo abbinato ai pasti che non ha nulla a che fare con i binge drinking del fine settimana.


Il vino è divenuto l'espressione di uno stile di vita "lento", attento all'equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi da contrapporre proprio all'assunzione sregolata di alcol. Si tratta di un cambiamento che occorre riconoscere per evitare il rischio di una dannosa criminalizzazione, mentre è necessario investire nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino con il suo legame con il territorio e la cultura, a partire proprio dalle giovani generazioni

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