Bollicine e sapori di bottega:
come nasce il matrimonio
tra Champagne
e salumi italiani
Lo Champagne Day invita a celebrare le bollicine francesi, ma ogni momento è buono per gustarle, anche con abbinamenti insoliti. Il Bureau du Champagne Italia propone un sorprendente dialogo tra Champagne e salumi italiani
Anche se il 24 ottobre si è tenuto lo Champagne Day, lo Champagne è un vino senza tempo, che va gustato quando lo si vuole e accompagnato, magari anche da pietanze non scontate, come i salumi, anche i meno ricercati. Come ha osato proporre il Bureau du Champagne Italia, con la guida dello ambasciatore del vino Mario Chiesa. Quali principi guidano gli abbinamenti di vini, quali lo Champagne con i cibi? Be’, certamente vanno evitati i contrasti forti, che possono riguardare anche le bollicine francesi, sia pure siano le più versatili a tavola, forse più di tutti gli altri vini del mondo. Pertanto è corretto celebrare un giorno allo Champagne, ma forse meriterebbe anche qualcosa di più. O di meno. Del tipo: una mattina dedicata allo Champagne; un pomeriggio; una sera; una notte. E non osiamo aggiungere anche un’alba!

Champagne, il miglior abbinamento? Lo stato d'animo
Il migliore abbinamento con lo Champagne è “lo stato d’animo”, traducibile forse in état d'esprit. Poi segue la compagnia, la convivialità, ma senza escludere uno stato di gioia o emozione solitaria. Spesso ce lo dimentichiamo, ma lo Champagne nasce in un’epoca libertina e insieme preromantica. E questi due aspetti sono ancora presenti nel consumo dello Champagne. Sono l’eco profonda, infrangibile di un calice di bollicine francesi.
Gli altri abbinamenti sono gastronomici, lasciando perdere i dolci che sono un capitolo a parte. Gli abbinamenti in tavola sono quasi infiniti, alcuni scontati, altri meno, altri decisamente divertenti come quelli con i salumi italiani proposti dal Bureau du Champagne. Dalla mortadella alla piccantissima ‘Ndujia di Spilinga (Indovinate a che tipo di Champagne è stata abbinata). Lo sveliamo qualche riga qui sotto.
Champagne e salumi: la degustazione
Un tagliere di sei salumi accompagnato (che fortuna!) da altrettanti Champagne.
- Cominciamo da un aperitivo tra le cinque e le sei del pomeriggio: in basso a sinistra c’è un delizioso Lardo di Arnad Dop (Valle d’Aosta), il sommelier con una certa esperienza consiglia un calice di Blanc de Blancs, abbastanza giovane, che gioca con la speziatura e la sapidità del lardo.
- Quindi ci ritroviamo sul tagliere qualche fetta di Mortadella Bologna Igp. Salume povero? Certo rassicurante. Nel calice versiamo un Brut sans année, un sapiente assemblaggio di Pinot Noir, Meunier e Chardonnay. È, come dire, un invito alla conversazione.
- A ore 11 sul tagliere appare la coppa. Un salume che ha certo un carattere più marcato della mortadella. E pertanto ecco uno Champagne Brut, dominato dal Pinot Noir. E con una marcata acidità. È ancora un vino senza annata, ma con una base di 5 anni di affinamento.
- E non poteva mancare il salame. Un salame gentile, da trattoria. Ma con un tocco nobile; l’abbinamento con un Blanc de Noirs, ottimo Pinot Noir in purezza.
- Non poteva mancare neppure il mitico Prosciutto crudo di Parma Dop, in questo caso stagionato 24 mesi. A che cosa lo abbiniamo? Il Bureau de Champagne ha scelto un Rosé. Un ottimo rosé, che non riveliamo. Ma il risultato è un accattivante gioco tra note dolci, fruttate di bosco e note sapide. L’insieme è una torta salata squisita.
- Infine, la piccantissima e gustosa ‘Nduja di Spilinga. E qui scopriamo che il contrasto nell’abbinamento non fa poi così male. Perché la mandiamo giù, coraggiosamente, vista la piccantezza, con uno Champagne Demi-Sec.

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